Diario
Venerdì, 9 marzo 2007
ore 13.50
Mangio per la prima volta un Big Tasty Menu acchiappato in un McDonald’s sovraffollato proprio di fronte alla stazione centrale di Milano.
Lo so che non fa bene, chissà com’è cotto, le tremila calorie che ci saranno e tutte quelle cose lì, ma che devo dire, oggi c’ho bisogno di tirami un po’ su e mi sembrava l’idea migliore.
Lo so che non fa bene, chissà com’è cotto, le tremila calorie che ci saranno e tutte quelle cose lì, ma che devo dire, oggi c’ho bisogno di tirami un po’ su e mi sembrava l’idea migliore.
Ecco, non la migliore in assoluto ma se non altro la migliore tra quelle che avevo a disposizione.
Seduta in questo piazzale fronte stazione avverto un filo di paura. Il numero di persone sedute come me è incalcolabile, e vedere un furgoncino della polizia nel mezzo con poliziotti che girano avanti e indietro da un lato tranquillizza (non mi può succedere un gran che, eventualmente mi difenderanno no?? Son pagati anche per questo...) e al tempo stesso un po’ di timore incute (se hanno messo la polizia un posto tanto tranquillo non sarà, ele).
Ma non importa, mi voglio godere il mio BigTasty Menu da asporto in questa meravigliosa giornata di sole primaverile, con un cielo azzurro che sembra dipinto e un caldo che la maggior parte delle persone accanto a me sono già in maniche corte.
È una di quelle giornate in cui mi sento in vacanza, non tanto perché non sono andata al lavoro (che già aiuta però!!) ma piuttosto per il fatto di non avere impegni: sono in giro a cazzeggiare, diretta in Veneto a casetta.
Ora che ci penso mi sembra un po’ strano, come se vedessi la vita di qualcun altro.
Questa mattina ero a casa, a Genova. Ho steso la biancheria, rifatto il letto e guardato fuori dalla finestra un pochino.
Ero totalmente incapace di decidere se andare a casa, a Salzano, in treno o prendere la mia Puntino e farmi almeno 4 ore d’autostrada.
Semplicemente incapace di scegliere.
Apatica.
Che a dirla tutta, non sapevo se ero così felice di andare a casa.
Che a dirla tutta, non sapevo se ero così felice di andare a casa.
Alla fine ho preso il treno, in modo da potermi immergere nella lettura di un libro che avevo comprato ormai da tempo, L’ombra del vento, e a Milano avevo un ora di attesa per questo sono qui a mangiare il panino e scrivere nel mio blocchetti degli appunti.
Tra 10 minuti parte il treno per Venezia e nel tardo pomeriggio scenderò dal treno trovando mamma e papà sul binario ad attendermi.
Peccato che il pensiero mi faccia quasi paura.
3 commenti:
bhe buon viaggio anche se sei già in viaggio. in treno devi metterci molto di più suppongo. però guidare per 4 ore andata e 4 ore ritorno è una sfacchianta. spero non ti faccia più paura quando arrivi e che tu ti goda i momenti a casa dei tuoi. abbraccio.
verdolina la prossima volta che passi dda milano e non me lo dici quel tuo menu mac sailcacchiocosa sai dove te lo metto???????????????
vabbè dai era per dire che ti avrei vista volentieri
laGiusy
Mi ricorda come stavo io quando tornavo da Milano, anche se la situazione era diversa...
Comunque è andato tutto bene?
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