16 novembre, 2010

IL MIO ULTIMO GIORNO DI LAVORO E' ANDATO COSI'

(ED E' STATA UNA GIORNATA SPECIALE PERCHE'...)

…perché mi son svegliata alle 7 e sono rimasta un’ora a letto, rovistando tra le immagini che avevano popolato la mia notte, il NonCaneCesare che giocava con me in un prato verde, il volto sciupato di un AdoneD’Ebano davanti al quale piangevo sconsolata, e un ArchitettoBelloBello sulle gambe del quale mi sedevo a chiacchierare con una ritrovata felicità. Volevo fosse una giornata speciale in tante piccole cose, e così non ho preso l’autobus, né la vespetta ma mi son messa gli stivali comodi e ho passeggiato sotto la pioggia fin laggiù, al mio ufficio, in una mattina che mi sembrava senza tempo e senza spazio, ascoltando musica dai ritmi caldi e dalla lingua sconosciuta. Mi sono presa il tempo di pensare che camminavo verso il mio ultimo giorno di lavoro, verso l’ultima volta in cui avrei aperto quell’ufficio e verso un’amica che mi aspettava sorridente per colazione, come avevamo fatto tutte le mattine da quando ci conosciamo. Insomma volevo essere preparata, per contrastare la tristezza che inevitabilmente mi avrebbe assalito.

Poi, quando sono arrivata, ho trovato ad aspettarmi il PortiereBaffuto che canticchiava “piangeranno i ragazzi, piangeranno perché Eleonora se ne andrà” e gli ho chiesto, per pietà, di non farmi piangere subito che erano solo le nove del mattino e sarebbe stata una giornata lunga. E ho trovato Bollicina che mi aspettava già, con il bollitore sul fuoco e un vassoio di pastine di un posto nuovo, per rendere speciale questo inizio giornata.

Abbiamo scelto di passare la pausa pranzo in un posto che ci è caro, dall’atmosfera che sa di casa e dove il cameriere che ci conosce per nome e ci accoglie con un abbraccio, strizza l’occhiolino mentre passa il pane e l’olio perché sa quanto ci piace mangiarne un po’, mentre aspettiamo. Non ci siamo fatte mancare nulla: il brindisi con il rosso che ci piace tanto, la fettina ti torta cosparsa di cioccolato caldo nel tavolino proprio lì, vicino al bancone, e la coppetta di noccioloso (il gusto dei gusti?!) condivisa in una gelateria vuota, guardando fuori il cielo grigio del 15 di novembre.

Buffo lavorare senza un momento di sosta tutto il pomeriggio, e ogni tanto stupirsi perché non te lo aspetti nel tuo ultimo giorno di lavoro, di avere ancora così tanto da fare e da sistemare. Ma poi è stato bello andare a comprare la focaccia da Angelo, stappare un rosè con il capo e il PortiereBaffuto e brindare tutti insieme, sentendosi dire “tanto un ufficio così bello e un capo così bello non ce l’avrà lì, dove va ora” e avendo il coraggio di dire “mi mancherete tanto”. È stato un momento speciale anche scoppiare a piangere con Bollicina, rivelando la maturità di una treenne che fa i capricci e che chiede continue rassicurazioni.

E’ stata una giornata speciale che è finita così, inserendo l’allarme e chiudendo la porta.

Poi mi sono girata e allontanata da un ufficio che, in questi 3 anni, ho considerato un po’ “casa”.

Sì, il mio ultimo giorno di lavoro è andato così.

Quello che ancora non so è come andrà domani, il primo giorno del mio nuovo lavoro.

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22 ottobre, 2010

BOLLICINA B-DAY

“Shhh… Bollicina??” – chiamo sottovoce facendo capolino da dietro al monitor – “Cucu!”- grido quando lei sposta i suoi occhi chiari su di me.


Scoppiamo a ridere. Ok, la bottiglia di Rosè che ci siamo fatte a pranzo aiuta, ma so che non è solo per questo che ridiamo in questa giornata di sole caldo e vento leggero, che guarda caso è il giorno del tuo compleanno.



“Ti prego ti prego ti prego!”- dice tra le risate – “parla poco, altrimenti finisce che il capo ci becca!”.



“Insomma Bollicina, e basta riprendermi” – faccio la finta offesa- “è stata tua l’idea del pic nic per festeggiare. Mica è colpa mia se pic nic fa rima con cin cin! Cioè ecco, per me fa rima e non mi contraddire…"



Cara Bollicina,

so che la giornata del tuo compleanno (e nota quanto sono brava e delicata e sensibile nell’evitare di citare la tua data di nascita…che sei più giovane di me di ben 4 anni!!) non è stata proprio come la desideravi. So che quelle ombre che ogni tanto offuscavano il tuo sguardo e ti facevano scoppiare il mal di testa resteranno per sempre legate a quella giornata.

Però spero tanto che, dopo un po’, ti rimangano anche alcuni buffi ricordi.

Vogliamo parlare del nostro PortiereBaffuto che, grande e grosso, ti accoglie al mattino cantando Happy Birthday e appena inizi a salire le scale mi citofona per avvisarmi del tuo arrivo e darmi così il tempo di accenderti le candeline?.

O del Capo che finge di assaggiare appena la fetta di torta con la candelina che gli hai portato, e appena ce ne andiamo si mangia anche le briciole?.

E, scusa, dove la mettiamo la scena di me e te che, appollaiate sulla Nave Italia sotto un sole che nemmeno a Luglio, brindiamo e mangiamo cosine light come pizza, focaccia di patate e stracchino e dolcetto guardiamo il mozzo che sotto di noi, pulisce la barca? Poi va beh, ci sono anche io che mi convinco che il tipo si chiama Luca e ogni tanto bercio senza ritegno "Lucaaaaaa, ehi tu:Luca!" tanto per vedere se si gira, e ovviamente attiro l'attenzione di tutto il molo ma non la sua... ma che importa, io lo facevo per ridere, che tanto il mozzo avrà avuto si e nò 20 anni...

Io li terrò cari questi ricordi, Bollicina. E anche se il prossimo 20 ottobre non saremo nello stesso ufficio, so che un modo per festeggiare insieme lo troveremo.

Ma quanto ti voglio bene te l’ho mai scritto qui sul mio blogghino, dove scrivo tutte le cose importanti?

Buona, fantastica, meravigliosa vita Bollicina!

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18 ottobre, 2010

PARTENZE

"Allora, sei certa di aver preso tutto?"

"Si PapàVerdino, stai tranquillo"

"Dai ricontrolla un attimo, che quando arrivi a Genova mica puoi tornare indietro subito se qualcosa di importante è rimasto qui... tipo il libretto dell'auto, l'hai preso? eh? l'hai preso?"

"Papy il libretto è qui, vedi? nel cruscotto, al suo posto..."

"Uhm, ok, vedo. E le scarpe? hai le scarpe basse vero??non è che puoi fare 400 km con quei tacchi pazzeschi che t'ho visto l'ultima volta..."

"Papy guarda, ho le ballerine bassissime, vedi?" dico a qual punto alzando una gamba e sventolando le mie scarpette rosse sotto il suo naso.

"Ora voi due vi date una calmata" - dico guardando prima l'uno e poi l'altra seria - "che altrimenti mi mettete in ansia. Non è la prima volta che torno a Genova, in auto, da sola. Che cirimannaggiola vi prende oggi?"


Caro PapàVerdino,
che mi guardi partire con i tuoi occhi chiari e i capelli ormai talmente grigi da farti assomigliare un pò ad un babbo natale, in realtà lo so perchè sei così agitato. So che questo periodo non è facile per te.
Lo so che vedere NonnaLucy, la tua mamma, in quel letto d'ospedale ti strugge, ti occupa la mente e ti crea mille paure di ogni tipo. So che ti senti impotente mentre guardi il suo volto scavarsi sempre di più e la sua mente annebbiarsi inesorabilmente. So che in questi giorni in cui sono stata a casa eri dilaniato dal tuo voler stare con me, a berci tranquillamente un caffè e mangiarci un dolcetto, e il bisogno di star seduto accanto a lei, per farla sentire meno sola e aiutarla.
So tutte queste cose, per questo capisco le tue preoccupazioni per il mio rientro a casa, e per questo anzichè innervosirmi come il mio solito riesco a risponderti con tranquillità.

"Allora, state tranquilli. Vi telefono quando mi fermo a prendere il caffè, d'accordo?"

"Ehm Verdina..."

"Si papà?"

" La tua auto... è l'altra"

Vabbè ok, riesco a risponerti con tranquillità, ma questo non significa che anche la mia di testa in questo periodo sia un Vietnam di pensieri...
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13 ottobre, 2010

CHE TEMPI...

Cara NonnaIna,

ti ho pensato tanto ieri sera mentre guardavo a bocca aperta in televisione le immagini che arrivavano dallo stadio di questa bellissima città in cui vivo.

Ho pensato a te, ai tuoi 85 anni e a quanto dovevi essere impreparata quando a soli 6 anni sei rimasta senza un papà e hai fatto da sorella maggiore ai tuoi 5 fratelli. Ho pensato a quanto hai lavorato facendo la mondina, occupandoti del negozio di alimentari, e arrivando anche ad aiutare il nonno ad aggiustare biciclette. E ho pensato alla tua grande forza che ti fa vivere in quella grande casa tanto vuota da quando NonnoValin non c’è più. E guardando quell’idiota seduto su un parapetto tagliare le reti di protezione, vilmente mascherato con un passamontagna ho pensato a te che sempre più spesso mi guardi con i tuoi occhi azzurri tanto simili ai miei e mi dici in dialetto di stare attenta: “Perché zé tempi bruti questi”. Ho sentito nella testa la tua voce quando mi chiedi:“Perchè go da vivere in ‘sto mondo ‘desso? Mi no ‘o capisso più, ghe zé tanta brutta gente. Non gera cussì na volta, el mondo zé maeà.”

E ti ho capita, anche se ogni volta che mi dici così io nicchio e ti dico che questi discorsi non li voglio sentire.

Però questa mattina mi sono svegliata, cara NonnaIna, e mentre facevo il caffè ho sentito degli applausi in televisione. E ho guardato.

Ho visto una capsula d’acciaio uscire dalla terra riportando alla quotidianità persone che mentre facevano il loro umile lavoro hanno rischiano di morire. Ho sorriso, emozionata,e ti ho pensata di nuovo.

Ho pensato che quando tornerò a casa il prossimo week end voglio abbracciarti forte. E dirti che ci sono ancora tante persone belle in questo mondo. E forse è vero, ai tuoi tempi certe cose erano più facili, la gente era più semplice e tante cose stupide come la follia messa in scena al Luigi Ferraris di ieri sera non succedevano. Ma se fossimo rimasti ai tuoi tempi quei 33 minatori cileni sarebbero inevitabilmente morti e non ci sarebbe stato modo di tirarli fuori dalla miniera in cui erano rimasti intrappolati.

E voglio dirti che è per questa parte di realtà, per questi progressi, per questa gente buona che sono contenta di vivere nei “miei tempi”.

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16 settembre, 2010

LETTERA AL COSMO

Caro Cosmo,
vieni qui, parliamo un attimo io e te.
Oggi è giovedì, non ti sembra un bel giorno? insomma a me piacciono i giovedì, come tutti gli altri tuoi giorni eh, che poi mi ti offendi.
Però ecco, il giovedì ha un bel suono. E poi profuma quasi di week end ma anche di cose da fare, e da pensare.
Insomma in questo giovedì tu hai messo un pò il broncio e offuscato il cielo di nuvoloni grigi.
Ma non importa, prometto che non mi lamenterò perchè oggi c'è qualcosa che mi preme di più.

Avrei bisogno di un favore.
Vorrei che le tue particelle, quelle positive, quelle negative e anche quelle neutre non girassero proprio a caso attorno a me. Pensi si possa fare?

Avrei bisogno che tu creassi una scia, una strada.

Non ti chiedo neppure di farla diritta o tutta piana.
Mi vanno bene le curve, le salite e le discese, ma per favore: disegna con le tue particelle la direzione che tu sai. Io sono solo un puntino nel tuo universo, ed è troppo facile per me perdere l'orientamento senza un tuo aiuto e quella scia luminosa.
Invece ho un gran bisogno di non perdere la direzione e di avere un pò di particelle luminose attorno a me, quando mi sento un pò sola, che mi ricordino i perchè.

Che dici, si può fare?

Eddai...


04 settembre, 2010

AUGURI RACHEL

Poi, il giorno dopo il 35esimo compleanno, Verdina apre il pc per scrivere un post.

E' un post un pò malinconico, un pò tormentato, un pò indeciso.

Ma si imbatte in un video e mentre lo guarda si ritrova con molte lacrime sulle guance e un nodo in gola.

E la sua malinconia, il suo tormento e le sue indecisioni sembrano solo un cumulo di enormi cazzate.

Auguri Rachel, che vivi dall'altro lato del mondo, hai due bimbi e un marito malato di cancro e abbiamo compiuto ieri la stessa età.

Auguri, a tutta la tua famiglia, di una vita felice.

19 agosto, 2010

VULCANITE

Ho preso un aliscafo alle 7 del mattino, dopo aver salutato la spiaggia delle sabbie nere, ed essermi mangiata l'ultima sfogliatella alla ricotta da Remigio.

Sono salita su un autobus che dal porto mi portava alla stazione e su un treno, che mi ha fatto arrivare fino all'aereoporto.

Ho preso due aerei, l'ultimo dei quali è atterrato a Genova alle 9 di sera.

E visto che mi è passato davanti al naso un altro autobus l'ho preso per tornare a casa.

Erano le 22.15 quando ho varcato la porta di casa e non tornavo dal giappone, ma dall'Isola di Vulcano, nelle Eolie. Dove non mi son fatta mancare nulla, neppure il terremoto.

E nonostante tutto questo avrei girato subito sui tacchi, e avrei ricominciato lìintero viaggio... per tornare lì.

Ve lo dico subito: ho la Vulcanite.

Mi sono assolutamente, totalmente e follemente innamorata di quel posto.

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10 agosto, 2010

ON HOLIDAY

Non ho ancora mangiato, e potrei azzannare qualcuno.
Però ecco, ne valeva la pena. Stavo monitorando la situazione dei vulcani siciliani.

Come perchè?

Bè, non ve l'ho detto che sono in partenza?

I Vulcani siciliani delle Eolie mi aspettano, e se iniziano ad eruttare saprete che è colpa mia!

Baci.

16 luglio, 2010

HO

Ho messo un vestito nero, e un sandalo incrociato con un tacco alto alto, nero pure lui.

Di nero ho anche il colore dei capelli, da ormai sette mesi, e l'eye liner negli occhi. Eh, chi l'avrebbe mai detto. Si cambia.

Ho chiamato Sorrisolargo, che festeggia il primo compleanno con una sorellina nuova di zecca, coperto dall' amore di Fatina e Occhi Scuri.

Ho prenotato un posticino straordinario suggerito da Bollicina per il brunch di domani, sui Navigli, prima del concerto di Ligabue.

E ho guardato il calendario pensando che domani, a quest'ora, Lucy sarà sposata da appena due ore. Ho il nodo in gola solo a pensarlo.

Ho fatto tutte queste cose.

Ora però esco.

Una meravigliosa serata mi aspetta.

15 giugno, 2010

HO SCELTO DI BALLARE

Ho tirato le tende dell'ufficio, che volesse mail il cielo che la banca di fronte avesse qualcuno affacciato alla finestra.

Mi son tolta le scarpe, che già sono una scopa a ballare normalmente, figuriamoci con un tacco 12. E ho pensato che se tanti fumatori si prendono la pausa pomeridiana per fumarsi una sigaretta io potevo ben impiegare gli stessi 3 minuti per ballare.
Poco conta che abbia ballato la stessa canzone 4 volta di fila, mi sia trovata arrossata in volto e i capelli scarmigliati.

Conta il fatto che ho sorriso, tanto, e ho pensato, poco.

Conta il fatto che mi son ritrovata di buon umore, che mi è venuta voglia di mangiare un gelato e di prenotarmi una vacanza.

Poi mi sono ricomposta, e sono tornata a lavorare.

La sera sono uscita, sono andata a yoga e ho chiacchierato con MissVaniglia e BelSole, che mi ha chiesto sorridente com'è andata domenica sera.

E io ho ricominciato a ballare.
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14 giugno, 2010

ALTERNATIVE


C'ho qualche pensiero per la testa, che devo raccontarvi appena riuscirò a districare tra i miei 4 neuroni.

Ecco, sta di fatto che ora ho due alternative:
la prima è comprarmi un pacchetto di sigarette, scegliere un accendino multicolor e iniziare a fumare, fermandomi quando avrò finito quel pacchetto maledetto.

la seconda è accendere youtube, cercare Waka Waka di Shakira, mettere il volume al massimo e iniziare a ballare in ufficio.

Francamente non so quale alternativa sia la " meno peggio".

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24 maggio, 2010

THE DAY

"Mi sembri seria - indagava ieri PapàVerdino, giunto a Genova con MammaVerdina per l'imminente appuntamento con il notaio - sei preoccupata?"

"No papy, sono solo un pò stanca. E' stato un we meraviglioso ma un pò faticoso"- affermavo io.

"Ah Ok. E' che mi sembravi pensierosa" - rincarava lui.

"Ti dico di no, è tutto a posto davvero" - insistevo io, cominciando un filo ad innervosisrmi.

Perchè io, ieri, ero tranquillissima.
Avevo trascorso delle giornate incantevoli che mi rimarranno nella memoria per sempre. Avevo cenato con persone nuove, brindato con amici per un compleanno, assistito con un filo di lacrime al matrimonio di un amica e riso tra le braccia di colui che in questo momento mi fa sorridere solo dicendomi ciao.

Ma forse PapàVerdino un pò mago lo è.

Perchè io oggi, invece, tranquilla non lo sono per nulla.

Ho il cuore che batte forte ogni volta che il mio sguardo si posa su quell'atto di vendita che ho letto decine di volte, ho la gamba che ballonzola senza tregua da quando mi son seduta alla scrivania questa mattina, e la capacità di concentrazione di un criceto giamaicano in vacanza in svizzera.

Ecco sì.

Oggi Verdina compra casa.

Ma soprattutto ripensa a questi ultimi dieci mesi con occhi nuovi, gli stessi con cui guarda avanti.

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19 maggio, 2010

MENO CINQUE

Il 24 Maggio si avvicina.


SfegatataRugbista e Sendi compieranno gli anni.

Diamantifera festeggerà il suo anniversario di matrimonio.

GialloL'Artista e PassionePerLaTerra voleranno verso il loro viaggio di nozze.

Io...


Io sarò davanti ad un notaio.



Firmerò un atto con cui comprerò casa.
La mia prima casa.
A Genova.


Sospiro.

03 maggio, 2010

SAVE THE DATE

24 Maggio 2010


Lo so, latito da un pò.
Ma c'è un valido, validissimo motivo. Ed è quella data.
Sisisisisì.
Quella che vedete qui in cima.

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21 aprile, 2010

CIRIMANNAGGIOLA

Mi manca un pò il fiato in questi giorni.
In tutti i sensi.
Fisicamente, perchè ogni tanto vado in apnea, come mi è successo l'altra sera a yoga. Ed emotivamente, perchè sono di corsa, molto di corsa.

C'è una certa cosa che sta andando in porto, e di cui ancora non posso parlare qui. Però tenete le dita incrociate per me, e presto vi racconterò tutto.

Ma al di là del fiato, oggi è una data da festeggiare.
Perchè sono OTTO ANNI che mi son trasferita a Genova. Sembra un'eternità. E' un'eternità.
E perchè a tanti km da qui, ma assolutamente vicino al mio cuore, LadyD ha fatto un sorriso, ha varcato la porta del negozio in cui lavora e ha consegnato la sua lettera di licenziamento. Poi è uscita, e ha fatto una telefonata. Quella con cui ha accettato un nuovo lavoro.

Ecco sì, oggi sarebbe proprio una giornata da festeggiare.

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14 aprile, 2010

A ME

Cara Verdina,
che sei una parte di me, quella solitamente allegra, diversamente curisa e infinitamente positiva: parliamo un pò, che qui c'è qualcosa che mi sfugge.


Ti è uscita una cosa strana nel collo, grande come una rosa e fastidiosa peggio di una zanzara invadente che sembrava un Fuoco di Sant Antonio, forse sì, o forse no.
Sei sbattuta per terra nel cuore della notte, spaventando a morte i Genitori Verdini e perdendo un pò della tua sana incoscienza, che ti faceva sentire invincibile e sicura, ovunque e in qualcunque momento. Ora c'hai pure l'herpes sul labbro, e sei qui ad affannarti con cerottini che magici non sono, anche se aiutano un pò.

Direi che il tuo fisico sta urlando qualcosa. Lo vogliamo ascoltare un attimo? giusto un pò?
Eddai non fare la vezzosa, ok che ti sei messa il braccialetto sonaglioso, che c'è il sole e balli in ufficio ma qui c'è da ragionare un pochino.
Ti ricordo, anche se non ti piacerà affatto, che l'ultima volta in cui ti succedeva di tutto e tu inesorabile andavi avanti senza ascoltarti, alla fine ti sei spaccata una caviglia.
Vogliamo imparare un pò da quell'esperienza?

Non ti sto sgridando su, non mettere il broncio... è solo che dai... è lampante. C'hai lo yoga, la danza afro, lo shatsu e gli aperitivi con gli amici. Continui a dormire poco e a mangiare ancora peggio. Se per caso non hai un gran che da fare giriingiro camminando a testa in su con l'ipod nelle orecchie. Non ti fermi mai. Perchè?
Okkei, non rispondere alla domanda se non ti va, però ascolta un pò anche me, che sono quella più razionale, solitamente posata e un filo più coscienziosa. Prendi un pò di tempo per noi, per il silenzio e per il riposo.

E siccome, metereopatica che non sei altro, lo so che in casa non ci stai con questo sole brillante, facciamo un patto?
Dai su, mica ti chiedo la luna!

Allontanati, per un pò. Vai lì dove ti piace tanto, annusa e respira. Poi prendi una carta e una penna, di quelle colorate che ti piacciono tanto, e fai un elenco delle cose che ti frullano in testa. Rimetti tutto nella borsa a quel punto, che sarai già stanca come non mai, e mangiati un gelato goloso o un pezzo di focaccia caldo. Dopo un pò riprendi quell'elenco, e dagli un ordine di priorità, con calma e ragionandoci un pò, lo so che ci puoi riuscire.
Quando avrai le idee un pò più chiare, almeno per un momento, make a strong commitment with yourself. Ricordi gli ordini cosmici?

E poi vola, che non ti può certo fermare il vento.

Ti voglio bene,
Eleonora

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12 aprile, 2010

OUT OF ORDER

Uhm… direi che sono in bagno.
Sì, è il soffitto del mio bagno quello… ma io che ci faccio nella vasca da bagno? Non c’è nemmeno l’acqua…
Ah, ci sono pure i GenitoriVerdini inginocchiati in fianco a me… che strano sogno… e come mai son bianchi come cenci? Uhm... ma non stanno scomodi? E perché non li sento parlare?

Siamo al numero 74, sì sì, quello lì!

Ma con chi sta parlando Papà Verdino al telefonino?...Ohi mamma cavolo non mi stringere così le mani che mi fai male…

Va bene scendo in strada!

Ci ho messo un po’ mercoledì notte a capire che non era un sogno, quello nel bagno.
Era vero.
Mi ero alzata nel cuore della notte perché non mi sentivo bene e mi son trovata sdraiata lì, nella vasca da bagno senz’acqua, con i genitori Verdini preoccupati come non mai e tre baldi giovani della croce d’oro che entravano nel mio microscopico bagno, mi caricavano in un'ambulanza e mi portavano all'ospedale.
Come ci siamo stati in 6, lì dentro, ancora non mi è chiaro.

Qualche curva dopo, un'infinità di vomitate dopo, ma decisamente ancora troppo presto per i miei gusti, ho incontrato la dottoressa più antipatica del mondo.

"Come si sente?"
"Mi vien da vomitare"
"Le fa male la testa?"
"Non lo so, è che mi vien da vomitare..."
"Mi faccia guardare, che svenendo di colpo come è successo a lei la prima cosa da verificare è se si è procurata qualche lesione."
"Io veramente…vorrei vomitare… "

"Tutto ok. Intanto che le mettono la flebo lei mi dia un po’ di informazioni. "
"Flebo? No scusi aspetti un attimo che io c’ho la fobia degli aghi e se ci penso mi prende male di nuovo eh..."
"Tranquilla, tanto quello che le lasciamo nel braccio poi è tutta plastica"

Se non fossi già svenuta credo lo avrei fatto in quel momento.

"Fuma?"
"No"
"E’ incinta?"
"Ecco, no…"
"Ma le vien da vomitare?"
"Si!"
"Allora non lo può escludere"
"Eh?
"Di essere incinta, intendo!"
"Scusi ma..devo vomitare!"

"Uhm, vediamo: beve? "
"Bè dipende… "
"Come dipende???"- si agita subito MammaVerdina
"Scusi Lei, ma se vuole stare qui - dice impettita la dottoressa- deve stare in silenzio. Le domande le faccio io. Allora, come dipende?"

Io, una notte così, nemmeno se l'avessi sognata me la sarei mai immaginata.

01 aprile, 2010

CI CREDI AGLI OROSCOPI?

Ieri sera sono corsa da Millebolle e ci siamo fatte due dita di Cuba Libre con due baci di dama "Perchè va bene che devo andare in piscina" - mi dice sorridente - "ma in qualche modo si deve pur festeggiare!!".

Sono stata a cena dai miei vicini di casa, accompagnando con del Pinot grigio fave e salame, melanzane deliziose e macaedonia di fragole. Con loro ho riso, tanto.

Oggi ho mangiato un panino al farro con della lonza al tartufo strepitosa, chiacchierando con LaRosina nel suo studio, cercando di non saltellare troppo perchè non si dice ad una ragazza chic. Ma mica ci sono riuscita!

E ora, dopo una mattinata di cielo nero, lampi e diluvio, è uscito il sole. Con un tempismo perfetto per l'Easter Party che ho organizzato con gli amici. Mi son fatta prendere la mano e dovremmo essere quasi una trentina, in golosa attesa di divorare un pò di colombe al pistacchio di bronte.

Nella mia mail arriva l'oroscopo di domani, che recita così:

Vergine,
Dopo parecchio tempo riceverai una comunicazione che ti rendera' euforica. In ambito lavorativo, gli impegni risultano essere veramente tanti e la stanchezza si fara' sentire. In amore, dovrai evitare i toni accesi se vuoi passare una serata in piena armonia.


Allora, mettiamo i puntini sulle i.

Euforica io lo sono da ieri sera!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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30 marzo, 2010

RISVEGLIO

C’è il sole e, sorridendo, sto correndo con la mia vespetta.
Sul ciglio della strada, con la coda dell’occhio, vedo una macchia nera, a quattro zampe, che scodinzola. Lo sento nel cuore ancor prima che capirlo con la mente che sei tu, il mio cagnone adorato.
Freno, con tutte le mie forze. Freno così di scatto che cado, rovinosamente, a terra. E piango. Piango e rido mentre tu mi saltelli attorno, prendendomi a nasate, mentre io cerco di coccolarti e accarezzarti. I tuoi occhioni marroni mi guardano mentre ti sussurro che mi manchi, quanto maledettamente mi manchi.


Quando mi sveglio non ti sto stringendo, e tu non ci sei più.
Alzo la tapparella e guardo fuori. Il cielo è grigio ma io non lo vedo.
Vedo quegli occhioni marroni che ho sognato.

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26 marzo, 2010

SUONI E RICORDI

Piove a dirotto. Smette, e ricomincia.
Io sto bevendo un infuso alla menta piperita e penso.
Cioè, la mia testa pensa da sola… fosse per me io sinceramente eviterei.

Ultimamente i silenzi mi inquietano, così ho messo un braccialettino sonaglioso. Di quelli che vendono solitamente d’estate, in cordoncino con attaccate delle mini campanelline. Ho sorriso mettendolo, ce l’ho da 4 anni. Incredibile come sia sopravissuto al mio frettoloso trasloco estivo. Non trovo documenti importanti, certificati di assicurazioni, perfino le dichiarazioni dei redditi. Mica so dove le ho imbucate… ma questo braccialettino invece è saltato fuori così, dal nulla, una mattina che guardavo la mia scatola delle gioie.
E con esso un ricordo.
Tiziana.
Lei, che rappresentava l’ente pubblico di cui noi eravamo consulenti. Mi sembra un milione di anni fa, ed invece era solo il mio precedente lavoro. Lei che mi parlava come ad una figlia, e mi stimava come la più affermata delle consulenti, anche se non lo ero di certo. Mi piaceva un sacco lavorare con loro. Anche se quel treno che mi portava a Savona partiva sempre infinitamente troppo presto la mattina. Anche se c’erano cosi tanti aspetti delicati tra cui destreggiarsi. Ma le ragazze di quel master in cui insegnavo erano così variopinte e mobili che mi riempivano le ore di allegria. Mi regalavano l’entusiasmo e mi spronavano ad imparare sempre di più, per insegnarlo a loro.

Sì, mi sentivo una persona migliore in quel periodo.

E non c’è braccialetto sonaglioso che riesca a nascondere con dei suoni questo pensiero.

17 marzo, 2010

NON TROVO LE FORZE

Ho aperto gli occhi e ho sentito un tuffo al cuore.
Mi son svegliata già stanca.

Che dite, vitamine?

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16 marzo, 2010

IL GIORNO DELLE PRIME VOLTE

“Ciao Verdina, come va la giornata?”
"Bene direi, a parte che sono appena tornata dalla piscina, devo ancora fare colazione… e sono già le 11!"
"Se ti proponessi colazione con focaccia di Recco?"
"Bollicina, ti direi una sola cosa: a che ora arrivo??"
"Con una giornata così bisogna assolutamente andare a Camogli, passiamo da Recco, agguantiamo la focaccia e si và"

C’era un sole strepitoso sabato. Un cielo limpido e l’aria tiepida.
Ero stata in piscina, avevo nuotato e desiderato ardentemente di sentirmi in pace con il mondo. Quale migliore occasione? La focaccia, in quel mitico negozietto semi nascosto di Recco, al nostro arrivo era praticamente finita, ma un mini aperitivo con mezzo bicchiere di Rorsè e l’ultimo pezzetto di focaccia al formaggio che avevo trovato in negozio siamo comunque riuscite a farlo.

"Se ci danno quel tavolo, con vista mare e passeggiata di Camogli che dici, pranziamo lì?"
"Bè certo, non ci siamo ancora state, possiamo esprimere un desidero…"
"Verdina, ma questo ti sembra una buon criterio per scegliere un locale?"
"Uff come la fai difficile… Tagliata di tonno?"
"E una mezza bottiglia di vino bianco…."

Pranzare in canottiera sabato è stato magico. Togliersi le scarpe in spiaggia e riuscire pure ad addormentarsi, sublime. Non importavano i sassi a cui, uffa, non sono proprio abituata. C’era solo il mare, il profumo nell’aria e il calore del sole. Finalmente.


La mia mente, però, girava vorticosamente.
Persone. Luoghi. Paure. Voglie. Canzoni.
...dal coma riproverò a riemergere, dalle nebbie mie lisergiche...
E poi ho guardato il sole e ho pensato che deve girare quest’energia, DEVE.

"La prima giornata di sole magnifico. Vale un desiderio Bollicina…"
"Te la tua mania…"
"Se vogliamo essere puntigliosi, c’è anche il primo aperitivo nella terrazza di casa tua…"
"…"
"Il primo pranzo da Soho"
"..."

"E la prima dormita in spiaggia della stagione!"

In realtà, c’è stato anche il primo Pinguino della mia vita.
Ovvero un cono gelato (al pistacchio, che a me piace così) intinto nella cioccolata fusa, che si solidifica istantaneamente.

Sì, è stato solo un giorno.
Ma un giorno con un sacco di prime volte.

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12 marzo, 2010

JUST A WEEK

Cara LadyD,
che sei a Londra e non ci sentiamo già da due settimane, anche se ti penso quotidianamente e vorrei tanto camminare con te lungo il Tamigi, di sera, guardando le bancarelle colorate come abbiamo fatto a dicembre. Che mi piacerebbe arrivare in quel locale tipicamente english in cui tu hai mangiato uova di quaglia e io il pudding ridendo e versando qualche lacrime perché a entrambe mancava il NonConvivente, anche se in modo diverso.
Tu, che mi conosci come le tue tasche e forse meglio di quanto mi conosca io, lo sai che non ti chiamo in questi giorni perché sono disarmata davanti al momento della vita che stai attraversando, e non so come aiutarti. Nemmeno un po’.

D’altra parte, come te la potrei raccontare questa settimana?

Potrei dirti che è stata una settimana complicata. Ho impiegato un paio di giorni a riprendermi dall’amarezza e dalle responsabilità che mi sento addosso ogni volta che torno a Salzan City. Perchè quando sono lì mi prende la sindrome di Giovanna d’Arco e mi dico che se, forse, fossi lì sarebbe tutto diverso. Magari i GenitoriVerdini non litigherebbero, magari si sentirebbero un po’ sollevati, magari li potrei aiutare con le nonne. Magari.


Potrei raccontarti che NonnaLea, la nonna di Alby, è scivolata in un sonno senza fine. Così, senza preavviso alcuno. Il suo sorriso placido, talvolta vacuo e assente, talvolta limpido e sereno, non c’è più. Proprio ora che Alby e sua moglie aspettano un bimbo e ci tenevano così tanto a farla diventare bisnonna. E io, inevitabilmente, mi sono chiesta come starò, quando sarà il sorriso di una delle mie nonne a volare lì, dove non potrò vederlo più.

Potrei spiegarti che in ufficio sono inquieta, intrappolata in un ruolo che non mi piace, che limita le mie ambizioni e che mi lascia ogni giorno un po’ meno orgogliosa di me stessa. E che tutto questo è svanito in un attimo. È bastata una mail. Quando ho letto che Lui, con cui ho scherzato sempre tanto al telefono e che mi scriveva mail di lavoro alle ore più impensabili della notte, è in coma per un brutto incidente mi sono ricordata di quanto siamo piccoli e insignificanti. E di quanto banali siano tutte le mie paturnie.

Potrei raccontarti di come mi son sentita quando ho saputo che una coppia di amici si sono lasciati, e in un batter di ciglia ho rivissuto quel pomeriggio in cui in lacrime Millebolle mi ha portato via dalla NonCasa.

Però potrei anche annunciarti felice di essere stata invitata ad un matrimonio che si terrà tra pochi mesi, di cui sono enormemente contenta perché dimostra come le persone che si amano davvero incontrano delle difficoltà, a volte perdono la strada ma si ritrovano e costruiscono progetti per un futuro d’amore.

Potrei raccontarti che lunedì Bollicina mi ha regalato un mazzo di profumatissime mimose, nonostante sia un fiore che lei non ama, perché sa quanto invece io ci tenessi. E di come questo gesto affettuoso mi abbia riempito il cuore di calore, e reso l'inizio settimana colorato.

Potrei confessarti di aver passato un martedì sera meravigliosamente improvvisato. Di essere andata in un locale tipicamente genovese con Bollicina e aver conosciuto MrFrank, sensibile, arguto e franco. Di aver parlato con leggerezza di cose per me tutt’altro che leggere e di essermi vista per un attimo con gli occhi degli altri. E, te lo dico con una punta d’orgoglio, dovrei ricordarmi un po’ più spesso chi sono. Ci siamo pure concesse un dopo aperitivo a teatro, a vedere una performance scritta da Benni e interpretata da una straripante Angela Finocchiaro, durante la quale abbiamo mangiato Mikado e Twix senza ritegno, mentre pensavo che sarebbe stata una serata perfetta anche per te, che non mi lasci mai sola in questi peccati di gola.

Potrei raccontarti di aver pranzato con SfegatatRugbista, di aver particepato al ginenceo venerdiano da Yuan e di essere andata anche in un locale nuovo, dove ho espresso un desiderio ed assaggiato i ravioli al brasato.

Potrei, ma sai che c'è.
Io ora ti chiamo e non ti racconto niente, ma faccio parlare te.
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03 marzo, 2010

RANDOM

Ho messo due anelli verdi (uno dei quali dlindona come un campanellino per gatti ma fortunatamente non irrita Bollicina, che seduta nella scrivania di fronte a me non mi ha ancora mandata a quel paese) e degli orecchini lunghi lunghi, sempre verdi.

Ieri sono stata a rifarmi il colore e, annunciatio annunciatio, ho mantenuto il nero. Ho pure mantenuto la lunghezza perchè ok, care amiche, mi avete convinta: proverò a farmeli crescere come non facevo da tempo (ma se poi sembro Morticia degli Addamas mettetevi una mano sulla coscienza).

Lunedì sera, alla lezione di yoga, giuro sulle persone a me care che non ero ubriaca, ma semplicemente molto stanca. Di quella stanchezza mentale che ti fa accartocciare la lingua, confondere le parole e ridere senza motivo. Cioè, almeno a me capita così quando sono infinitamente stanca... avete presente la "ridariola"?

Ah, tanto per puntualizzare, venerdì lavorerò solo mezza giornata e poi andrò in quello di Salzan City. Spero di vedere Bilo & Bea questa volta, e festeggiare con NonnaIna il suo compleanno.

Ieri, oltre che la testa, ho dimenticato il cellulare e sbagliato strada mentre andavo da Shen, per il trattamento di Shiatsu che mi ha tolto il nodo in gola che avevo da sabato. Ma tu, Shen, ti rendi conto di quanto sei bravo?

Oggi piove, ma non è questa la novità. La novità è che uscita dall'ufficio proverò a cimentarmi in una lezione di danza afro. E non ridete, che vi vedo!
Se domani non mi reggerò in piedi, mi dovrò mettere una fascia elastica sulla schiena e venire a lavorare in taxi, bè saprete già il perchè.

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28 febbraio, 2010

TI SCRIVO PERCHE'


Perché è stata una bella giornata, trascorsa in posti magici, condivisa con persone speciali e piena di risate. Ma poi basta una sciocchezza. Fermarmi in coda al semaforo e vedere nell’auto di fronte a me una testa pelata e una felpa rossa e mi rendo conto che continuo a cercarti attorno a me.

"Per tutta la vita
Andare avanti
Cercare i tuoi occhi negli occhi degli altri
Far finta di niente
Far finta che oggi sia un giorno normale..."


Però in giornate così mi costringo a chiudere gli occhi e fare qualche respiro profondo pensando che sono passate le ore in cui non credevo di riuscire a respirare più, sono finiti i giorni in cui confondevo la luce con le tenebre e non osavo addormentarmi per paura di sognarti, e son trascorsi anche i mesi in cui non riuscivo ad entrare in un supermercato senza scoppiare a piangere, e mangiare e cucinare erano cose che non mi appartenevano più.
Sono passati, si, e sto cercando di andare avanti.

"...Un anno che passa
Un anno in salita
Che senso di vuoto
Che brutta ferita
Delusa da te, da me, da quello che non ti ho dato mai..."


Ti scrivo perché penso che ci sia ancora tanto di non detto tra di noi. E i tuoi sms, quando l’altro giorno hai lasciato nella portineria del mio ufficio quelle foto a cui tanto tengo, quegli sms in cui mi chiedevi “scusa ancora per il ritardo” mi hanno infastidita.
E anche se ho alzato al massimo il volume della mia canzone dell’allegria, anche se ho festeggiato a pranzo con un bicchiere di bollicine, anche se ho parlato ininterrottamente come non facevo da tempo, non sono riuscita a nascondermi l’eco di quel fastidio che avevo dentro di me.
Perché?
Ho pensato istintivamente c’è ben altro di cui ti devi scusare, ma quella era la rabbia non il fastidio. Quello lo capisco solo ora, è per aver sentito la tua paura di vedermi, di incontrarmi. Lo so che c’è, oh se lo so. Forse lo so più io di quanto te ne renda conto tu.
Vedo indistintamente il tuo tentativo di relegare la mia esistenza e questi nostri 5 anni in un angolo della tua mente, chiuso a chiave, dove pensi che non faccia male.
Bè, fa male a me.

"...Tu non arrabbiarti ma io non ti perdono,
delusa da te, da me, da quello che non mi hai dato mai..."


Fa male rendermi conto che io non riesco a metterti lì, nell’angolo anestetizzato del mio cervello, per non pensarti. Ma a dirla tutta, preferisco così, e non mi cambierei con te, che hai scelto la strada di un’altra storia, un’altra vita, altre amicizie, altri posti.
Hai mentito a me, certo, un’infinità.
Ma ancor prima a te stesso.
Non si cambia la propria vita come fosse un vestito. E pensare che mi ritenevo fortunata quando stavo con te, perché non nominavi mai la tua ex moglie, e nominavi pochissimo la tua ex convivente.
Che stupida.
Come se non parlare di qualcosa o qualcuno significasse averla superata, compresa, accettata. Ma tu non l’avevi fatto, questo è il problema, le avevi solo relegate in altri pezzettini della tua mente, come stai facendo ora con me. Per questo la tua intransigenza, per questo il tuo non prendere nemmeno in considerazione di costruire qualcosa con me, per questo il tuo essere granitico, la dipendenza dalla tua famiglia, l’attaccamento alla casa, perfino alla tua via. A nulla eri disposto a rinunciare per me. Perché lo avevi già fatto per le altre, e non volevi ferirti più.

"...Le solite scuse
Le solite storie
Bugie
Speranze
A volte l’amore
Mi guardo allo specchio mi trovo diversa, mi trovo migliore..."



Per questo sono contenta di non riuscire a fare lo stesso, di non far finta di niente e chiederti scusa per il ritardo delle foto, piuttosto che delle cose importanti che ci sono state.

Io sono diversa.

Son diversa da te, e anche da quella che ero sei mesi fa, e non solo perché mi trucco d’azzurro e ora ho i capelli neri.
Son diversa perché ti ho amato così tanto da voler cambiare per te, con tutte le mie forze. Perché piuttosto che arrabbiarmi con te ho guardato per mesi solo i miei errori, le mie preoccupazioni, il mio non venirti incontro. Ti ho scritto un quaderno interno di mea culpa.

Ma ora che qualche volta riesco ad allontanarmi dalla quella parte di me, quella che soffriva incondizionatamente e vedeva solo le cose che non ti avevo saputo dare mi chiedo, dov’eri tu?

Dov’era il tuo starmi accanto nelle cose importanti per me? dov’era il cerca di capire il mio senso di insicurezza nell’essere la terza donna della tua vita? Dopo tua moglie, la convivente con cui avevi costruito la casa in cui vivevamo. La terza, maledizione, non è un ruolo facile.
Dov’era la tua onestà nel parlarmi francamente di quello che ti mancava? Dov’è stato il tuo amore nell’affrontare i momenti difficili con me piuttosto che iniziare a flirtare con lei?

"...Ferita da me, da te, da quello che non c’è stato mai..."


Ti scrivo perché voglio chiederti scusa, per quello che non ho saputo essere.
E per chiedere scusa a me stessa, per non essere stata in grado di vedere al di là, e fare il giusto cammino con l’uomo che amavo.

Ma vorrei tanto lo facessi anche tu.

Perché ho ancora nelle orecchie l’eco delle tue accuse, l’elenco di tutte le cose che secondo te mi potevi offrire e che io non apprezzavo.
Allora guarda ti ringrazio per la casa, per le vacanze, per la tua voglia di lavorare, per il camper, per tua madre che ci faceva i polpettoni e stirava le camice.
Grazie, di cuore.

Ma ora per piacere tu chiedimi scusa per non avermi dato le cose che io desideravo, che per me erano importanti: un uomo con cui confrontarmi, con cui crescere e con cui creare una nuova famiglia.

Te lo scrivo qui, anche se nel mio blog non vieni più perché fa parte del tuo programma lontano dagli occhi, lontano dal cuore, perché anche se sono cambiata e oggi farei le cose diversamente pecco ancora d’orgoglio.

Ti scrivo perché sono le due di notte, e a volte le cose si vedono chiaramente proprio nei momenti più strani.
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22 febbraio, 2010

ERA OGGI O IERI SERA?

"Che fai stasera?"

"Non ho nessun programma in particolare…"

"Perfetto, ti va di unirti a me e Mukka per andare al cine a vedere Il figlio più piccolo? Magari beviamo una cosa al Don Cola prima..."

Insomma, venerdì sera.
Doveva essere una serata tranquilla che ponesse fine a quella piovosa giornata e spazzasse via definitivamente le inquietudine degli ultimi giorni.
Invece è stato l'inizio di un week end decisamente alcolico.

Ma andiamo per ordine.

Vince ci guarda mentre Io, MrsJones e Mukka ci sediamo al bancone del bar -“ Stasera che vi do?”

"Io prendo quell’Altavilla!"

"No, io provo quell’altro rosso invece"

"E tu?" - mi chiede.

"Io? bè… io prendo un Blush che l’altra sera mi è piaciuto tanto" - dico tutto d’un fiato mentre realizzo che voglio qualcosa di forte per togliermi dalla testa quella telefonata, a cui penso e ripenso continuamente.

Però forte, quel Blush, non era proprio.
E a dirla tutta, nemmeno i tre seguenti, ve lo giuro.
Continuavo ad essere pericolosamente lucida, nonostante io anelassi assolutamente al contrario.

Certo, ad un certo punto mi son trovata ad annotare in un pezzo di carta l'elenco delle caratteristiche che dovrebbe avere il mio uomo ideale (e son cose che arrivata a 34 anni pensavo avrei smesso di fare da un pezzo) e a chiedere spiegazioni a MrsJones sui soprannomi a dir il vero poco eleganti ma molto calzanti affibbiati alle avventrici del locale -"Ma abbiamo detto che la bionda è pompino e invece la mora è soffocone o è il contrario??".

Ma queste son cose che combinuo abitualmente eh, mica c'ho bisogna di essere alticcia.
Purtroppo.

Del resto ho scoperto che un avvocato allegro può raccontare aneddoti interessanti sui propri trascorsi -“Che ti vieto espressamente di diffondere sul tuo blog se non vuoi beccarti una denuncia” – mi intimidisce MrsJones e che avere l’Iphone è fondamentale per trovare le programmazioni dei film mano a mano che il tempo passa e la combriccola anzichè levar le tende per andare al cinema scivola sempre più in un bagordo alcolico.

Nel frattempo ci raggiungono Millebolle e DolceERiflessivo: “Ragazzi, qui mi sembra che s’abbia un po’ perso il filo della situazione” – esclamano dopo un rapido sguardo al numero di bicchieri che abbiamo davanti quando entrano al Don Cola.

"Vabbè, facciamo che per assorbire un po’ meglio l’alcol proviamo ad assaggiare una di quelle briochine al pistacchio che mi fan tanto gola? - ho proposto senza minimamente badare alle calorie già ingurgitate in quella serata.

“Si, ma io ne vorrei anche una alla mandorla – se ne esce Mukka – tanto la si divide in 5, no?”.

"Okkei però la prossima la scelgo io – si fa avanti a qul punto MrsJones – perché quella alla nocciola secondo me è divina”.

Poi è stata la fine.

Vince era ormai lanciato e ci ha praticamente fatto assaggiare tutti i cocktail che preparava per chinunque entrasse nel locale.

C'è stato quello ai frutti di bosco, quello alla menta, quello con la panna... e qualcos'altro che non ricordo.

E' stata la serata in cui devavamo andare al cinema, sì.

Ma io mi sono divertita molto di più così.

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A TUTTI VOI, GIOIA INFINITA

E' la mia canzone dell'allegria.
Quella che mi metto a cantare a squarciagola quando sono in casa e ho bisogno di tirami un pò su.
Che riesce sempre a strapparmi un sorriso.

Proviamo a iniziare così questo lunedì, canticchiandola in ufficio.
Secondo me funziona.
Voglio che funzioni.


"Proverò a riemergere
dalle nebbie mie lisergiche
oh madonna che ora era
era oggi o ieri sera? "

19 febbraio, 2010

INDISCIPLINATA

Non riesco a star seduta alla scrivania oggi.
Non c'è verso.
Mi alzo, saltello e sbuffo. Canticchio malamente, tamburello con le dita sulla scrivania e guardo continuamente fuori dalla finestra.

Eppure non ho bevuto troppi caffè. Solo uno dopo pranzo. Le tre tazze da mezzo litro di tea non contano vero?
Eppure ho soddisfatto la mia golosità. Due chiacchiere di cui una completamente ricoperta di cioccolato fondente non hanno cointridicazioni vero? Cioè, a parte quelle estremanete OVVIE sulla mia linea già poco linea ma molto più tendente alla forma cilindrica.
Eppure c'è un timidissimo raggio di sole che illumina uno spicchietto di cielo azzurro, ed essendo notariamente metereopatica questo dovrebbe influire positivamente sul mio umore.

Ma non c'è verso.

Deve essere stato il vino di ieri ecco, che mi ha dato alla testa e non l'ho proprio smaltito benissimo, che diciamolo: non c'ho più l'età.
Magari non mi ha aiutato l'essermi addormentata sul divano mentre leggevo, ieri sera, dopo una pizza al gorgonzola e una birra in compagnia. Oppure è il diluvio universale che ha accompagnato il mio risveglio, stamane, e che faceva urlare a tutto il mio essere Rimani a casa oggi!! che vai al lavoro a fare????

No eh? non ci credete?

Fate male.

Queste sono tutte ragioni che mi spingono ad essere estremamente insofferente oggi.

Almeno, sono le ragioni pratiche. Quelle emotive le intuisco, ma non ho molta voglia di affrontarle.

Mi perdonate?

18 febbraio, 2010

SHIH HO: IL MORSO CHE SPEZZA

Leggo il mio Ching di oggi:

"In questa fase il giusto modo per affrontare la situazione è quello di intervenire in maniera decisa. Non è più il momento di eludere il problema o di evitarlo. Per riequilibrare il tutto occorre ristabilire la giustizia, utilizza ogni mezzo lecito a tua disposizione: la perseveranza ti premierà."

Direi che è deciso.
Oggi si telefona.


Addendum
Telefonato ho telefonato. Ora non mi resta che ubriacarmi
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17 febbraio, 2010

CONCIDENZE DI MARTEDI' GRASSO

La Clerici è al secondo vestito rosso e francamente il primo mi piaceva molto di più. Questo con ‘sto taglio appena sotto il ginocchio fa retrò e la fa più nana, ma siccome non sono io la stylist di San Remo me ne sto, ecco.

Si lo so, fa strano che sia a casa a guardare il Festival, ma zitti e mosca, che ‘sta sera marca male e io ho tanti bei ricordi legati a questo programma, e insomma che la prima e l’ultima puntata s’hanno da vedere. E non dite che questa cosa non la sapevate di me, perché l’ho detta e ridetta, c’ho le prove!


E così mi metto davanti alla tv con il portatile sotto mano. Direi che è la serata adatta per sistemare le foto. Oh passion, le foto. Ok, parliamone, tanto siam qui tra vecchi amici e sapete che io nel mio blogghino mi sfogo e racconto tutto.
Ho sempre amato le foto.
Cioè, mi piace farne un sacco a tutti i miei amici, alle persone a cui voglio bene, ai posti in cui vado. Da sempre, fin da piccola quando speravo di svegliarmi una mattina e avere un potere magico: quello di chiudere gli occhi e pensare “clic” e automaticamente trovare a casa la fotografia stampata. Insomma io alle foto mi affeziono, anche se detesto farmi fotografare, e le guardo sempre con piacere.

E’ per questo che non avere le foto dei miei ultimi quattro anni e mezzo mi addolora così tanto. Nella NonCasa, al NonConvivente, ho lasciato tutto quello che avevamo comprato assieme, Tutto. Volevo dimostrargli quanto fossi diversa dalla sua ex moglie e non fargli rivivere l’esperienza di custodie di cd vuote o foderi senza dentro gli occhiali.
Io non sono così. Nemmeno quando sono ferita, delusa, amareggiata.
Però alle mie foto, lasciate nel suo portatile, tengo molto. E mi agito così tanto ogni volta che ci penso che capisco quanto profondamente ci siano ancora delle cose non risolte in me, rispetto a questa parte della mia vita. Perché, semplicemente, non chiamo il NonConvivente che finge di non aver letto la mail in cui gli chiedevo per cortesia di farmi avere un cd con le mie foto? Gli ho chiesto così poco…

Si lo so, sto divagando e questo post oggi rischia di sembrare un romanzo ma non è che dovete leggerlo tutto eh.

Una cosa è certa. Questa è la serata ideale per mettere ordine almeno nelle foto che ho, quelle da settembre in poi. Installo il programmino, passo la sim e vedo scorrere veloci gli scatti del mio Compleanno, dell’Eurochocolate, di Venezia, di Londra …

Ma te guarda le coincidenze.

Le foto del mio compleanno. Io ero rossa e piangevo scartando i regali. Lì in fondo al tavolo c’è anche lui, Ragazzo Arcobaleno, che chiacchiera con il Duca e MissVaniglia. Ingrandisco, coreggo, e sposto finchè mi si disegna un sorriso. È un caso che proprio la sera del mio compleanno lui avesse una maglietta gialla con un arcobaleno? Ed è un caso che io ora alzi la testa e l’Antonellina stia intervistando Cassano?

“Il caso? Il caso non esiste” - ripetevi sempre.

Si va beh, ma tanto per avere un’idea, sul 5 che fanno?

“Il fatto è… Il fatto è…”
“Qual è, qual è il fatto?”
“…Oggi devo partire, ma mi chiedevo… se non lo facessi… tu mi lasceresti frequentarti un po’, o molto magari, per vedere se ti piaccio ancora?”
[…]
“Io sono un tizio con un decente equilibrio e con poca disinvoltura in amore… Posso dire di no alla tua gentile richiesta e smetterla qui?”
“..si..benissimo…ma certo io..ma certo.. bè me ne devo andare. È stato bello vederti…”
“La cosa è che con te io passo un grave pericolo… cioè il mio cuore sarebbe messo in pericolo…”
“È un no bello deciso vero?”
[…]
“Bene, bene… ottima decisione… la faccenda della fama non è una cosa reale sai, e non dimenticare che sono anche una semplice ragazza che sta di fronte ad un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla…”
[…]
“Come la trovate, una buona mossa?”
“Ottima decisione si..”
“Mai conosciuta e nemmeno ci tengo”
“Assolutamente mai fidarsi di una vegetariana”
“Così lei ha detto che voleva uscire con te… bè bello…”
“È stata una cosa dolce in effetti, voglio dire so che è un’attrice ed è in grado di recitare una battuta mah… sono tutto suonato... Ho preso la decisione sbagliata!.”


Oh io non l’ho mai nascosto che Notting Hill sia uno dei miei film preferiti. E questa, nella fattispecie, la mia scena preferita.

Perché certe cose succedono solo nei film?
Perché al superenalotto vincono sempre gli altri?
Perché non sono un guru della finanza?

Ok spengo tutto, sarà stato un caso che io abbia messo sul 5 proprio durante questa scena.


Verde, il caso… il caso non esiste.

(Ma certe cose succedono solo nei film.)

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16 febbraio, 2010

DUE FACCE DI UN WEEK END

La parte razionale, organizzata e decisionista di me l’aveva studiata meticolosamente: “Questo sabato s’ha da pulire, rassettare, ordinare e lucidare casa. Insomma saran pure 50 mq di mobili non miei e oggetti cari ancora negli scatoloni, ma suvvia, pure loro hanno diritto ad una dignità! “- mi ripetevo convinta venerdì sera…

Per questo ho iniziato il sabato di gran carriera con lavatrici e aspirapolvere, piegatura di tutti gli indumenti sparsi per casa e innaffiatura di piantine sbiadite-mezze congelate a causa del poco mite inverno.

Diciamocela tutta.
Son durata poco.

“Ma io, in casa, che ci stò a fare oggi?” – mi son detta.

Son partita alla volta del centro per due chiacchiere con LaRosina, anche se poi son finita a leggere i libri di TopoTip a quei 3 anni di bimbo che si ritrova, sempre più monello e vivace, che ti compra solo con un sorriso e che a dormire non pensava minimamente. Io del resto me la goduta a fare le voci e imitare le espressioni di quel topolino bizzarro di cui leggevo le storie, che ammettiamolo un po’ bimba lo sono anche io.

Ho raggiunto poi Bollicina, sfidando i 5 piani di scale necessari a raggiungere casa sua, per incontrare finalmente la sua più cara amica e compagna di mille avventure: SorrisoDolce. Un po’ mi sembrava di conoscerla già attraverso gli allegri racconti di Bollicina. Lei, infatti, era come me l’aspettavo, dolcissima e simpatica, pacata e ridanciana. Insieme abbiamo bevuto un bicchiere di vino, ridendo e scherzando sulla giornata appena trascorsa, in un’atmosfera rilassata e divertente che si crea magicamente quando ti trovi a tua agio tra belle persone.

Infine ho inforcato la vespetta e senza perdermi (che non ci sarebbe stato nulla da stupirsi visto il senso dell’orientamento di un criceto con cui mi ritrovo) sono arrivata a CasaMukka. Una pizza sapientemente preparata da Mukka e una prelibata crostata alla marmellata d’arancia cucinata da MrsJones sono stati i protagonisti di una serata di risate e pensieri sparsi.

Poi domenica, ecco sì, domenica...
Domenica son stata tutto il giorno chiusa in casa a leggere e a guardare a ripetizione Harry Potter cercando di combattere con la crostata di MrsJones le lacrime che mi attanagliavano la gola, ma che importa!

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10 febbraio, 2010

ATTUALMENTE

Ho mal di gola, di quelli forti forti che solo deglutendo senti come delle spine conficcate. E ho la testa pesante, come se avesse all'interno un macigno di tonellate.

Credo di poter dire che non sono propriamente in forma, ecco.

Però ieri sera a vedere Io, Loro e Lara con Bollicina mi sono fatta delle sane risate.
Ho anche mangiato una quantità improponibile di M&M's e un Mars intero, ma che c'entra.
Vale tutto quando si vuole arginare la malinconia e la nostalgia, vero?
Vero???

(In questo momento siete assolutamente pregati di mentire, perchè il mio già deprecabile stato fisico-emotivo ad una vostra risposta negativa potrebbe avere dei crolli devastanti!).

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08 febbraio, 2010

NONNALUCY

Cara Nonnina,
hai le stesse gote rosa che ti avevo visto a Natale, anche se un pò più magre, ed una nuvola di capelli bianchi. Zia ti ha aiutata a vestirti e così quando arrivo ti trovo con una vivace maglietta colorata e sorridi, perchè ti sei messa anche una collana.
Ti abbraccio e stringo quel tanto che mi sembra giusto per non fare male alle tue fragili ossa, ma allo stesso tempo per farti sentire quanto ti vorrei coccolare.

Ma poi PapàVerdino ti saluta e ti chiede - "Allora, mamma, l'hai riconosciuta? hai capito chi è? - e io lo guardo come fosse un marziano.
Ma papy sei scemo? - sto quasi per chiedergli - NonnaLucy ci vede benissimo, lo sa chi sono! ma qualcosa mi impedisce di parlare e come in un film al rallentatore ti vedo piegare un pochino quella nuvola di capelli bianchi e mantenere lo sguardo su di me.

"La conosco, so che la conosco... ma el nome non me vien" - gli rispondi sempre sorridendo, in piedi di fronte a me.

Non so spiegarti cos'ho sentito in quel momento. Un grande vuoto, un nodo in gola, le ginocchia che tremavano e le mani gelarsi. Forse tutto questo, o forse semplicemente il battito accellerato del mio cuore in un silenzio che nella mia testa sembrava quasi irreale.

"Nonna hai ragione a non ricordarti "- cerco di giustificarti - "è tanto che non mi vedi..." ma dentro di me sto urlando e piangendo e una sola domanda mi ripeto ossessivamente Nonna, dove sei andata?

Poi PapàVerdino ti suggerisce e tu sorridi e dici - "Oh, 'a Eleonora... madonna varda, 'a Eleonora! ogni tanto me domando de ti."

Quando siamo arrivati stavi guardando le tue vecchie fotografie in bianco e nero, e così mi siedo accanto a te e insieme rovistiamo in quella grande scatola che contiene tanti tuoi ricordi. Le foto dei tuo fratelli, dei matrimoni di famiglia, di tanti momenti felici.
Mi mostri orgogliosa una foto scattata una sessantina di anni fa, nella piazza di Mirano. Di quelle foto in bianco e nero, piccole, con il bordo bianco. Quando ti chiedo chi c'è in questa foto mi sorridi e mi indichi -"questa xe me sorea Maria, e altre do no so."
Le altre due siete tu, e tua figlia.

Lo so che il tempo passa, e che son tanto fortunata perchè nella mia vita ho conosciuto tutti i miei nonni e ora che di anni ne ho 34, tu e NonnaIna ci siete ancora.
So che ho dei bei ricordi su di te e NonnoGino, che ho studiato all'ombra del tuo giardino e mangiato l'uva fragola della vigna che tu e il nonno mi avevate regalato.
So che nessuno può scegliere il proprio destino e che bisogna saper accettare quello che arriva.

Ma, cara nonnina, io vorrei tanto sperare che, da qualunque parte la tua mente sia andata, magari un giorno potesse tornare.

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05 febbraio, 2010

JUST A WEEK

Febbraio è iniziato con un Lunedì, e senza che io facessi coniglietto coniglietto con RagazzoArcobaleno come avevamo fatto a dicembre. Che poi lo so, detta così sembra una cosa porno ma non lo è affatto. Consiste nello scendere dal letto e fare tre giri in senso orario ripetendo, per l’appunto - Coniglietto Coniglietto - il primo giorno del mese. Dovrebbe portare fortuna, stando a quanto dice la mia collega Bollicina, anche se proprio tanto certa non sono, visto appunto com’è andato il mio dicembre.

Ma tant’è.

Martedì è stato un giorno strano. Era la Madonna Candelora, e MammaVerdina me l’ha teneramente ricordato con un sms: Madonna Candelora da l’inverno semo fora ma se piove o tira vento da l’inverno semo dentro. A Genova c’era il sole, ma la giornata era decisamente gelida.
Come il mio animo.
La sensazione di essere una corda di violino si è rivelata esatta la sera, durante sera l’usuale seduta di shiatsu con Shen. Ho pianto per l’inquietudine, la rabbia, la frustrazione. Ho pensato a cosa voglio e a cosa non voglio. E a come fatico a capirmi. Ed era solo martedì.

Poi c’è stato Mercoledì, 3 febbraio.
Un mondo di incroci e significati per me. QuasiNipotina ha compiuto 15 anni, ed era anche il 5 anniversario del mio primo incontro con NonConvivente. Solo che NonConvivente non c’è più, e non ha un gran senso che io continui a ricordare questa data. Così mi son vestita di verde, ho preso la vespetta e sono arrivata in centro con un bel po’ di anticipo. Sono entrata in un bar accogliente, ho ordinato un caffè e ho letto il giornale. La giornata, iniziata così, non sembrava nemmeno male. Ho guardato il sole luminoso, ho pensato che non vedevo l’ora di chiamare QuasiNipotina per farle una marea di auguri e sentire la sua voce squillante e ho pure giocato al superenalotto. A pranzo io e RiccioliD’Oro abbiamo pranzato in un posto accogliente ed esorcizzato la giornata con un bicchiere di vino rosso che mi ha scaldato l’animo, oltre che lo stomaco.
La sera, poi, ho preso un aperitivo con Millebolle cercando di sorridere di cose di cui non è facile trovare il lato comico. E sono stramazzata a letto, cercando nell’abbraccio di Morfeo l’oblio del pensiero, almeno per un po’.

Ho guardato il giovedì uggioso con sospetto, pensando che Diamine! era una giornata molto più adatta ad una metà novembre piuttosto che ad un 4 febbraio. E a dirla tutta, cavoli, ma siamo solo al 4 febbraio??

Questo mese mi sembra iniziato da una vita…

E oggi che è Venerdì, io lavorerò solo mezza giornata.
Poi, sotto questa pioggia battente, con il mio vestito verdino che spero mi porti fortuna andrò in stazione e tornerò a casa per il week end.
Andrò ad abracciare NonnaVerdina, che si sta affievolendo sempre più, come una magnifica candela.
Andrò a mangiare una pizza con QuasiNipotina, per farmi raccontare come va questo viaggio che ha intrapreso nelle scuole superiori.
Andrò a guardare il campanle di Salzano, come ho fatto a Natale e tante altre volte quando vivevo lì.

Andrò, perchè so che è l'unico modo con cui poi tornerò.

29 gennaio, 2010

ANCHE SE E' VENERDI'

C'è che fuori piove a dirotto, e io ho scelto proprio oggi per tornare ad usare la vespa dopo un pò di tempo che di guidarla non avevo più voglia. Fortuna, eh?

C'è che NonnaVerdina è stata ricoverata in ospedale e fantasmi grandi come case mi fanno cucu da dietro la spalla. Vado? Resto? C'è tempo?

C'è che l'inquietudine mi avvolge e l'insoddisfazione la fa da padrona. Ma cambiare, perchè no?

C'è che avrei voglia di telefonare a RagazzoArcobaleno e chiedergli solo di... ma tanto, che senso ha?

E intanto, son qui.

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27 gennaio, 2010

EHI TU, RAGAZZO ARCOBALENO...

... GRAZIE PER ESSERE STATO UNA PARTE DELLA MIA VITA.


Le persone vengono sempre nella tua vita per una ragione, per una stagione o tutta la vita.
Quando saprai perchè, saprai anche cosa fare con quella persona.

Quando qualcuno è nella tua vita per una ragione, di solito è per soddisfare un bisogno che hai espresso.
E’ venuto per assisterti attraverso una difficoltà, per darti consigli e supporto, per aiutarti fisicamente, emotivamente o spiritualmente. Può sembrare come un dono del cielo e lo è. E’ lì per il motivo per cui tu hai bisogno che ci sia.
Quindi, senza nessuno sbaglio da parte tua o nel momento meno opportuno, questa persona dirà o farà qualcosa per portare la relazione a una fine.
Qualche volta se ne va. Qualche volta muore. Qualche volta si comporta male e ti costringe a prendere una decisione. Ciò che devi capire è che il tuo bisogno è stato soddisfatto, il tuo desiderio realizzato, il suo lavoro finito.

La tua preghiera ha avuto una risposta e ora è il momento di andare avanti.

C’è chi resta nella tua vita per una stagione, perchè è arrivato il tuo momento di condividere, crescere e imparare. Ti porta un’esperienza di pace o ti fa semplicemente ridere. Può insegnarti qualcosa che non hai mai fatto. Spesso ti dà un’incredibile quantità di gioia.
Credici, è vero. Ma è solo per una stagione!


Le relazioni che durano tutta la vitati insegnano lezioni che durano tutta la vita, cose che devi costruire al fine di avere solide fondamenta emotive. Il tuo lavoro è accettare la lezione, amare la persona e usare ciò che hai imparato in tutte le altre relazioni o momenti della tua vita. Si dice che l’amore è cieco, ma l’amicizia no.

Grazie per essere una parte della mia vita, che sia una ragione, una stagione o tutta la vita.

25 gennaio, 2010

TOH GUARDA, MI SONO INCAZZATA.

Sembro una fumantina, di quelle che si innervosiscono per un nonnulla e capaci di mandarti a quel paese per ancora meno.
Ma in realtà non è proprio così.
Nelle relazioni specialmente.
Se c’è da girare il tavolo e addossarsi una colpa, state sicuri che lo faccio sempre io, inspiegabilmente, incoerentemente, stupidamente.
Anche quando le amiche mi chiedevano - "Com’è possibile che tu non veda, oltre ai tuoi di errori, anche i suoi?" - io abbassavo la testa e dicevo - "Si però...".

In realtà vedevo.
Ho visto la sua doppiezza, ho visto le sue menzogne. Ma ancor più ho visto la sua inamovibilità, il suo essere granitico e non spostarsi, non venirmi incontro. Ma per incazzarmi davvero mi ci son voluti sei mesi.

Ecco, ora sono incontrovertibilmente incazzata nera.

E per nessuna di quelle cose che vedevo già, anche se fingevo non mi ferissero, no.
Sono incazzata nera perché per colpa tua e di come è finita la nostra storia ora io ho paura.
Ho paura a lasciarmi andare, dando tutta me stessa alla persona che amo.
Ho paura di sognare una vita con qualcuno e sbagliarmi, come ho fatto con te.
Ho paura che non sia il tempo giusto, il posto giusto e il modo giusto.

Ho paura, cazzo, e questo lo devo anche a te.


A proposito... ora che sono così incazzata sappi una cosa.
Preparami quel cavolo di cd con tutte le foto a cui tengo se non vuoi davvero che me le venga a prendere io. Mi sembra che almeno questo tu me lo debba.