29 settembre, 2006

STORIA CHE VIENE, STORIA CHE VA

LaMentina è scura in volto e provata da un inizio settimana alquanto faticoso.

Mentre mi racconta delle responsabilità che le sono piombate addosso mi accorgo che non è tanto la stanchezza ad averla piegata, quanto l'amarezza di essersi sentita sola in tutto questo.
Perchè lei è quella forte, ed è normale che se ne occupi.
Forse l'unica nota positiva in tutto questo è che oggi, all'ennesimo caffè con Altrui, si è resa conto che sta distruggendo l'immagine che di lui si era costruita.

Così quando squilla il telefono e vediamo nel display il nome di LadyD, entrambe sorridiamo felici. Se LadyD chiama, ci deve essere una novità con ER.

ER l'hai invitata a pranzo domani, quando lei avrà finito di lavorare.
LadyD dice di avere già lo stomaco annodato, io sono già in febbricitante attesa della sua telefonata post pranzo.

Perchè una cosa è certa, io e LaMentina abbiamo un'ottima sensazione questa volta.

PENSIERI SPARSI DI VIAGGIO (Mestre-Genova)

Ovvero My black week.

Giovedì 28 settembre. Ore16.30.
Il treno che mi riporta a Genova sta attraversando la stazione di Milano Lambrate.
È una bella giornata di sole, la temperatura è tiepida e i treni, per una volta, sembrano essere puntuali.
Mi accorgo che sono completamente vestita di nero e mi ritrovo un sorriso amaro sul viso, riflettendo su quanto l’inconscio si manifesti in noi.
A pensarci, infatti, a partire da domenica questi sono stati giorni che, per usare un elagnte eufemismo, definirei colmi di imprevisti. Altro che il venerdì nero di Wall Street…

Domenica sera io e il mio non fidanzato eravamo a casa mia, seduti sul pavimento della cucina nel tentativo poco professionale di smontare la mia lavatrice. In mattinata avevo avuto la brillante idea di fare il bucato ma nella fretta mi ero scordata di effettuare un’accurata selezione dei capi da lavare.
Durante l’ultima centrifuga un rumore di ferrame.
La scoperta che un ferretto era uscito da una cucitura di un reggiseno e, ancor peggio, che questo sciagurato non era rimasto nel cestello, ha causato l’improvvisato pavimento-party domenicale.
Il non fidanzato, che oltre a delle manine sante a mio avviso ha anche una gran dose di culo, è riuscito ad estrarre il ferretto ormai in prossimità del tubo di scarico, evitandomi penosi rimproveri verbali sostituiti però con chiarissime espressioni facciali.
Ciò che traspariva dal suo volto, in un monologo abilmente interrotto da epiteti poco lusinghieri rivolti alla lavatrice, era più o meno questo:

*Prima o poi ti uccido non fidanzata del cavolo, come si fa a mettere in lavatrice un coso di questo tipo??

*E ti pareva che questa è l’unica lavatrice senza filtro estraibile?

*Ma cosa ho fatto di male per passare la serata disteso su questo pavimento?

Dopo i Contrattempi di lunedì non avrei mai creduto di meritarmi un martedì sera così.
La giornata di lavoro era trascorsa tutto sommato tranquilla e il non fidanzato aveva deciso di dare un’altra possibilità alla non fidanzata sciagurata offrendosi gentilmente di venirmi a pretendere in ufficio per farmi rincasare ad un orario decente.
Giusto per preparami due cosine per il convegno del giorno seguente a Trento.
Dieci minuti di attesa (non di più perché persona puntuale io) e il Berlingo non ha più dato segni di vita.
Abbiamo passato l’ora successiva a spingere il furgone nel piazzale sopra l’ufficio sperando che ripartisse. Sono arrivata a casa quasi tre ore dopo, sudata e stanca più di quanto sarei stata se fossi andata a casa a piedi e con il volto del non fidanzato scuro e inferocito che sembrava urlare: Se mi parli ti mordo!!

Mercoledì il viaggio verso Trento stava andando alla perfezione. Il traffico scorrevole ci aveva permesso di imboccare l’autostrada del Brennero con largo anticipo rispetto all’appuntamento fissato.
Proprio mentre discutevamo placidamente di dove andare a comprare un ottimo strudel non appena avessimo varcato le porte della città, ci ha colte la maledizione delle golose.
Il tipico rumore di un elicottero che sorvolava l’autostrada ci ha catapultate in due core di coda
sotto il sole cocente.
L’unica cosa da fare era osservare la corsia di emergenza, nella quale lo sfilare dei mezzi di soccorso accrescevano sempre più l’ansia per ciò che doveva essere accaduto, e cercare di trattenere la pipì che ovviamente diventa impellente nei momenti meno opportuni.
Non credo di aver mai visto un tale dispiegamento simultaneo di mezzi in vita mia. Ho osservato passare un ambulanza seguita da un’ auto medica, due pattuglie di carabinieri, un furgone di segnalazione dell’autostrada, una gru, una ruspa e una macchina per la pulizia delle strade.

Quando la sera mi sono recata alla stazione e ho scoperto che il treno che avevo prenotato era uno dei credo tre in tutta italia che avevano confermato lo sciopero e quindi non c’era, ho riso di gusto perché di lacrime non ne avevo più.

PENSIERI SPARSI IN VIAGGIO (Trento-Mestre)

Mercoledì 27 settembre. Ore 20.00.
Sto viaggiando in treno da Trento verso casa mia, a Salzano.
Sono stanca, e un po’ demoralizzata perché fuori è già buio pesto e questo significa che l’estate è davvero finita.
Però mi sento bene.

Ho ricevuto una telefonata di LadyD e aveva un tono finalmente elettrizzato e vivace.
Certo, è preoccupata per l’operazione che sua madre ha subito e per quella che dovrà fare tra tre mesi. Ma è orgogliosa di se stessa. Se non lo avessi sentito dire dalla sua stessa voce non ci crederei.
LadyD è così perché ha incontrato l’incarnazione di ER. Oddio, dalla descrizione di LadyD non ho proprio pensato a George Clooney ma piuttosto al Gobbo di Notre Dame, ma l’ambito è quello: medici.
Non è comunque questo l’aspetto importante. Ciò che è degno di nota è che quando ER le ha mandato un messaggio per ringraziarla della sua gentilezza (ebbene si, ER deve aver cercato apposta il numero di cellulare di LadyD in reparto dove lei lo aveva lasciato per eventuali emergenze durante la degenza della madre…e già questo è un ottimo segno!!) lei ha avuto la felice sfrontatezza di fargli sapere che lo avrebbe volentieri inviato a prendere un caffè quando nel pomeriggio si erano visti in ospedale, se solo non avesse avuto un urgenza di lavoro.
ER, che fortunatamente scemo non è, si è premurato di farle sapere che troverà sicuramente un’occasione per invitarla a prendere un aperitivo (e notare che è già si è allargato!!).
Insomma, LadyD è felice perché per una volta non si è persa in dietrologie inutili ed ha agito senza timori , decidendo di vedere come andranno le cose senza stroncarle sul nascere, solo per paura.
E io tifo per lei. Senza ritegno.

Ieri ho sentito TuttaPanna, la neomamma di Sofia. Il soprannome se l’era meritato all’università, quando frequentava i corsi con quel suo volto così dolce e angelico che ti conquistava immediatamente. Era così tanto tempo che non sentivo TuttaPanna che a pensarci mi vergognavo. E mi sentivo tremendamente in colpa.
Perché le amicizie andrebbero preservate con tutta la cura del mondo e io, merdaccia, non lo so fare.
Ma quando LadyD mi ha detto di Sofia ho superato la vergogna ormai imperante e le ho scritto un sms di felicitazioni a cui lei ha risposto con la solita dolcezza di sempre: spero di vederti presto, così conoscerai Sofia.
Già la adoro questa bimba.

La cosa bella è che mi sembra di aver ripreso in mano alcune fila della mia vita. Questa volta cercherò di annodarle bene tra loro, perché non voglio cadere da un trapezio senza alcuna rete.

26 settembre, 2006

CONTRATTEMPI

Avrei dovuto dar retta all’istinto quando ieri mattina avevo pensato di darmi malata e non andare al lavoro. Potevo dormire un po’ di più , rimanere al calduccio sotto le coperte e leggermi un buon libro.
Invece sono uscita in un mattino grigio che più grigio non si può, ho perso un ora ad ascoltare le consuete raccomandazioni di AD sulla gestione del budget annuale dell’azienda e mi sono scapicollata in stazione sotto un diluvio apocalittico per essere a Quiliano alle 13.30 per una lezione.
Peccato che non ci sia mai arrivata.
Il treno è partito con venti minuti di ritardo e poi ha deciso bene di fermarsi: è entrata acqua nel motore, cercheremo di far passare un altro treno sul secondo binario.
Questa è stata la comunicazione.
Siamo rimasti quasi un ora sotto il diluvio mentre cercavano di far passare un treno, di fronte ad un mare così nero da intimorire e coperto di grosse nuvole minacciose.

Alla fine mi sono stancata e ho pagato un mutuo in taxi per raggiungere Voltri dove ho preso il primo bus che passava diretto a Genova centro.
No, la lezione non l’ho fatta. In compenso sono arrivata a casa poco dopo le quattro, mi sono fatta una doccia calda e ho bevuto un buon te. Ho trovato anche il tempo per fare la spesa.
Mi sentivo come se fossi uscita in anticipo da scuola.

E' NATA SOFIA

Mi ha avvisata LadyD.
Sofia è nata con un bel pò di anticipo, a ha scelto di farlo a Mestre, la città della sua mamma.
Anche se lei crescerà a ReggioEmilia, dove ora i suoi genitori vivono.
Sofia è piccina, pesa solo 2,7 kg, ma sono sicura che avrà già quel viso adorabilmente dolce che ho sempre invidiato a sua mamma.

Benvenuta Sofia.

22 settembre, 2006

AUTOGOL

Il contesto

Il non fidanzato trascorre la serata ad una riunione di Motoclub per valutare la situazione del neonato team di enduro. Avendo terminato tardi, decide di andare a dormire a casa sua, dove lo attende anche il cagnone Cesare (almeno così dice lui).
La non fidanzata (cioè io!!) rimane pertanto a dormire a casetta sua bella tranquilla.
Il giorno successivo la non fidanzata chiama il non fidanzato e ingaggia una serie di domande-quiz con un unico fine: farsi dire quanto è mancata al non fidanzato la sera precedente.


L'autogol

Lei: allora tesoro eri stanco quando sei rientrato a casa ieri sera?
Lui: si abbastanza
Lei: insomma, sei andato subito a letto...
Lui: non hai idea, dopo due secondi che ero sotto le coperte già russavo
Lei: Ah
Lui: Ah? Cosa c’è che non va?
Lei: No no, niente
Lui: Niente??? dai su, sputa il rospo
Lei: È che... se ti sei addormentato subito non ti sei nemmeno accorto che non c’ero...vuol dire che non ti mancavo nemmeno un po’
Lui: Guarda facciamo così, pranziamo assieme così recuperiamo il tempo perso ieri
Lei: (non ha nemmeno negato! grrrrrrrr, bisogna correre ai ripari) Ma che bella, idea!! Sisisisis così non passi troppo tempo senza di me, altrimenti magari ti accorgi che stai meglio da solo..

Ok non è stata un’uscita felice...ma perché lui ha risposto:

Ecco!!!!
Allora lo sai di essere una rompi coglioni e potrei stare meglio senza di te!!!!

21 settembre, 2006

MAL DI TESTA

Oggi avrei avuto tante cose da raccontare.
Di un convegno a Pavia in cui alcuni relatori avrebbero fatto meglio a seguire un corso di Public Speaking.
Della cena per il compleanno del mio non suocero.
Di un pranzo con il mio non fidanzato che quando parla del team di enduro è più logorroico di me.
Ma sono piena di mal di testa.
Al punto che ora esco dall'ufficio perchè non riesco a combinare nulla.
A domani!

19 settembre, 2006

DUBBI

Venerdì Lei era finalmente determinata.

L’avrebbe visto per sputargli in faccia la rabbia che troppo spesso aveva arginato. Si era convinta che esternargli i propri pensieri, anche in maniera dura, l’avrebbe aiutata a sentirsi meglio perché lui, Altrui, non avrebbe potuto fingere di non conoscere i suoi sentimenti e si sarebbe dovuto assumere la responsabilità del futuro andamento della loro strana storia. L’unica alternativa che le era rimasta quando si era resa conto che ignorarlo no, proprio non era la via giusta.

Io ero in treno e cercavo di immaginarmi la scena. Si siederanno ad un tavolino oppure passeggeranno in Corso Italia ? Magari no, si vedranno per un aperitivo nel centro storico…

Ma più di tutto mi chiedevo se ci sarebbe riuscita. Se decidi di sbattere la testa dicendo cose che hai già detto è perché in fondo in fondo, in una piega del tuo cuore, hai la speranza che questa volta, senza un perché, ci sia una reazione diversa da quella che razionalmente ti aspetti.

È sempre questa la motivazione, almeno quella che riesco a vedere io. È la speranza che ti fa muovere, ma Lei la chiama rabbia.

Mi ero fatta un film sullo sguardo severo di Lei, magari anche su un ceffone ben assestato.

Il racconto di oggi è stato ben diverso. Perché Altrui soffre come un cane, è arrivato ad un punto in cui le sue certezze sono diventate fragilità e non capisce più cosa vuol dire amare.

E ora cosa le dico?
Di dar retta alla razionalità, perché ogni cosa ha un suo tempo e le loro vicende un tempo l’hanno già avuto e l’hanno perso…
O di credere in quella piega del cuore?

VARIETA' UMANA

Il mio rientro all’ovile è iniziato sul Cisalpino per Zurigo delle 14.19 da Genova.
Perfetto, questi sono svizzeri, per una volta si arriverà puntuali! ho pensato con quella innata fiducia nelle cose irrealizzabili che mi contraddistingue.
Infatti ho proprio perso la coincidenza (!!) dopo che un controllore che si riteneva, erroneamente, simpatico mi ha detto di non preoccuparmi, perchè zignorina l’ultima coincidenza per Venezia parte da Milano alle 21.05, vedrà che per quell’ora zi arriva.

Strano come i fatti, anche i più banali, ti aiutino a scoprire cose di te stesso che prima non conoscevi. Io ad esempio ho capito che i miei istinti omicidi si sono decisamente moltiplicati.

In ogni caso era da un po’ che non avevo l’occasione di osservare con tranquillità le persone acconto a me. Mi sono rifatta venerdì.

Nel mio scompartimento eravamo in sei, e io ero l’unica donna... più o meno.
C’era un uomo abbronzato, sulla quarantina, in camicia rosa confetto, jeans e calzini intonati (capisciammè). Parlava al telefono sorridente spiegando che per quella sera aveva in mente di cucinare un risottino di pesce delicato accompagnato da un carpaccio di pesce spada marinato in una deliziosa salsina al limone (??! anch’io voglio anch’ioooooooo).

Un signore svizzero si stava facendo spiegare dal vicino italiano come si può acquistare un numero di cellulare nel nostro paese e se ne esce esclamando che questa è una nemesi! (forse tesoro mio, dovresti rileggerti il significato di nemesi nella nostra lingua, oppure non usare il termine).
Proprio di fronte a me sedevano due ragazzi che più diversi non potevano essere.
Un ragazzo di colore con un abito bianco composto da un paio di pantaloni larghi e una casacca lunga fino alle ginocchia e un ragazzo con la faccia estremamente incazzata. Aveva un borsone dell’esercito e una maglia verde militare su cui si stagliava lo stemma delle Brigate paracadutisti Folgore.

Quando il controllore ha detto al ragazzo di colore di muoversi a dargli il biglietto perché gli faceva perdere tempo, Faccia Incazzata l’ha guardato storto: Oh dove devi annhare che c’hai fretta? A’ nasconderti in bagno dalla vergogna della tu faccia di merda?

Bè non c’è che dire, questa è multiculturalità!

15 settembre, 2006

IN PARTENZA

Genova è in allerta meteo ormai da ieri. Nelle ultime 24 ore solo pioggia pioggia e ancora pioggia. Alternativamente leggera come uno spray o fitta come una cascata è scesa incessante anche durante la notte.
Il traffico è paralizzato, l’autostrata è stata chiusa per il rovesciamento di un camion e le auto si sono riversate nelle strade già intasate per i primi giorni di scuola.
Un quadretto idilliaco direi.

E oggi, si è aggiunto anche lo sciopero di autobus e metropolitane.
Ottimo tempismo, davvero.

E con la fortuna che mi contraddistingue io ho scelto proprio oggi per tornare a casa…se riuscirò a raggiungere in qualche modo il treno!!!

14 settembre, 2006

La mentina

Una delle prime persone a cui mi sono affezionata quando sono arrivata a Genova è stata La mentina.

Sorridente e carina, maliziosa ed effervescente La mentina dispensa saggi consigli come fossero noccioline: la tisana al finocchio se ti senti la pancia gonfia, la migliore crema anticellulite la trovi in una botteguccia piccina picciò, i più buoni cioccolatini alla cannella sono quelli di un’antica fabbrica di cioccolata nel centro storico.
Ti suggerisce dove comprare le giacche dai colori vivaci che ti potrebbero piacere, ti racconta l’ultimo libro che ha letto e ti insegna a fare un ottimo cous cous.

In una parola, La mentina è una persona deliziosa.

Una sera in cui ero a casa e singhiozzavo al telefono La mentina mi ha portato un the all’arancio e cannella e mi ha consigliato un libro. È stata dolce ma allo stesso tempo rigorosa: piangere un po’ va bene Ele, ma adesso devi finirla.

Mi piacerebbe tanto essere in grado di sostenerla come lei ha fatto con me, perchè ultimamente La mentina mi preoccupa un pochino. La mentina è abilissima nell’analizzare le situazioni e nel capire quali sono le cose da fare. Ma in quest’ultimo anno non c’è verso che riesca a seguire ciò che si ripromette.

Complice un po’ di angoscia per la vita che non cambia e un senso di noia che quando ti attanaglia è duro da mandare giù, La mentina sorride ultimamente con un misto di amarezza.

E io vorrei tanto portarle un the, suggerirle un libro e farle tornare un bel sorriso.

NON VA'

C’è qualcosa che non và.

E non è solo questa giornata che si è svelata grigia e piovosa e ti fa venire voglia di ritornare subito sotto le coperte.

È che tra me e il non fidanzato in questi giorni c’è un’atmosfera strana, un misto di tensione e distacco. O almeno questo è quello che percepisco io, perché invece lui asserisce fastidiosamente che sono io ad avercela con lui.

La verità?
Non la so.


Che non sia serena in questo periodo è vero. Sono logorata dalla mancanza di stabilità.
Quella che sembra una condizione ideale, stare un po’ da me e un pò dal non fidanzato si sta rivelando un peso. Non mi riconosco più nella mia casa, mi mancano i miei oggetti e la tranquillità di organizzarmi per mettere in ordine, andare a fare la spesa o stendere.

Esco la mattina da una casa ma non so in quale ritornerò la sera. E sono sicura che se sarà la mia la troverò in un disordine tale che mi verrà voglia di scappare.

Sono stanca di sentirmi dire che sono disordinata e di vedere le sue espressioni di intolleranza per la confusione che regna nelle nostre case.

Voglio tornare ad avere una vita, una casa, un lavoro. Uno.

12 settembre, 2006

DEVO ESSERE MALATA

Devo essere malata. Non c’è altra spiegazione.
Anche se sono uscita dall’ufficio pensando di andare a prendermi un caffè e invece sono finita a comprarmi uno yogurt, il che dimostra che non so prendere una decisione e mantenerla per più di 5 minuti e già questo normale non è, il vero problema è un altro.

Il fatto è che appena imboccata Via XX mi sono travata davanti una donna le cui scarpe hanno immediatamente attirato la mia attenzione. Nere, elegantissime con punta e tallone e un tacco spaventosamente vertiginoso. E fin qui è ancora abbastanza normale, che io abbia una gran passione per le scarpe ormai è risaputo ( o no??!!).

Un po’ meno normale è che io abbia pensato immediatamente che dovevo farle una foto e metterla nel mio blog, perché camminare con dei tacchi del genere nel peggior pavimento di Via XX meritava un’ovazione.

L’ho fotografata.

E poi ho pensato.

Se questa si gira, vede che le faccio una foto e mi trafigge con uno dei suoi tacchi avrebbe perfettamente ragione. E farei una gran figura di merda.

Ma ormai era fatta....

DOPPI SENSI

Ieri pomeriggio il mio non fidanzato premuroso mi ha telefonato mentre entrava al supermercato.

Compro il petto di pollo per questa sera, ti serve nulla?
Si, mi compri un po’ di frutta? tipo mele e pesche…anzi delle banane, ma verdi però!
Insomma, con questa fissazione del verde!! Mica si può comprare da mangiare solo in base al colore..
Guarda che ti ho detto di prendere le banane verdi non per il colore ma perché a me la banana piace dura!!!

Ora non so cosa c’entri la medicina, ma il mio non fidanzato è scoppiato a ridere e mi ha risposto che cercherà di accontentarmi finchè la natura glielo permetterà ed eventualmente poi si farà aiutare dalla medicina!

11 settembre, 2006

LO STRANO GIORNO

Resto in uno stato di torpore nonostante mi alzi e mi vesta, nonostante la colazione e finché prendo l’ascensore. Di solito mi sveglio completamente quando prendo l’autobus. Tutto quel vociare, gli scossoni nelle curve, le frenate brusche. E poi scendere a Di Negro, attraversare la strada, aspettare e risalire su un altro autobus.

Questo è quello che di solito accende il mio cervello che si mette a pensare vorticosamente alle cose da fare nel corso della giornata.

Oggi quando sono salita in autobus e il mio cervello ha iniziato a pensare mi sono sentita un pugno nello stomaco. Improvvisamente, mi ha colpito con una forza inaudita.
La voce di mio padre che due giorni fa mi ha detto con il tono di chi è chiaramente sulle spine
Ele sai.. Il tuo prof di Filosofia... Ecco…non c’è più.

L’abbiamo deriso e un po’ imbrogliato al Liceo. Ci siamo lamentati delle sue interrogazioni, dei parametri di giudizio, dei compiti che assegnava. Scherzavamo sui suoi atteggiamenti bonaccioni, sull’aria da “filosofo” , sulla sua passione per le tavole sinottiche.
Però in fondo mi ha fatto compagnia per tre anni, mi ha accolto il giorno dell’orale di maturità, è uscito appena la commissione mi aveva assegnato un voto per dirmi che ero stata brava.

E anche se non ho versato una lacrima due giorni fa, al telefono con mio padre, quando mi sono resa conto che oggi al mio paesello avrebbero fatto il funerale di quell’uomo buono mi sono sentita un nodo in gola.

Poi ho realizzato che è l’11 settembre. Che un sacco di persone sono morte in questo giorno. Tanto altro non sono riuscita a pensare, in questa era mediatica avevo solo immagini nella mente.
Fumo. Macerie e sangue. E un uomo buono, sempre sorridente.

Ciao uomo buono, ciao.

08 settembre, 2006

COCCOLE POMERIDIANE

Siccome questa notte ho dormito poco e oggi è una giornata grigia, con una cappa di caldo fastidiosissima, in cui stai fermo e sudi sentendoti appiccicaticcio come se avessi fatto 10 piani di scale a piedi, non è che stia passando una magnifica giornata.

Allora sono scesa a prendermi un po’ di coccole da Orefici, la caffetteria sotto l’Ufficio.

Da Orefici lavorano un sacco di ragazze simpatiche e che, a dirla tutta, mi viziano un po’. Ad esempio sanno che prendo sempre il caffè macchiato solo perché mi piacce la schiuma. Così mi preparano in caffè e poi ci mettono sopra una valanga di schiumetta, letteralmente.


Ma il caffè che preferisco in assoluto è quello che mi prepara LaSonietta.

Mette il caffè in un bicchiere di vetro piccino, ma alto, mi ci versa il caffè e poi riempie il bicchierino fino all’orlo di schiumetta. E me la cosparge di cacao.

Oggi deve avermi visto particolarmente bisognosa di affetto, perché mi ci ha versato dentro anche un po’ di crema gianduia.

06 settembre, 2006

VIVERE DI CAFFE'




Non c'è che dire, oggi è una di quelle giornate no.
No perchè non riesco a concentrarmi per più di 20 minuti su quello che devo fare, e ovviamente proprio oggi ho un SACCO di cose da fare.
No perchè mi sento inquieta/agitata/sospesa/annebbiata/stranita e
insomma: c'ho l'ansia.
Così, pur sapendo che certo non aiuta, oggi sono scesa a bere almeno 4 caffè. Mica perchè ne avevo voglia, no no.
Piuttosto perchè facevo due passi, uscivo da questa stanza, vedevo persone.

Ora l'ansia mi è passata... al suo posto c'ho la tachicardia!!!!

05 settembre, 2006

OGGI SPOSI


Il matrimonio di Fatina e OcchiScuri è stato incantevole.
Lei in un abito avorio con un corpetto stretto e una gonna un po’ arricciata da un lato. Gli occhi chiari velati di emozione e un sorriso radioso.
Lui in un gessato grigio chiaro elegantissimo, rosa bianca all’occhiello come il bouquet di Fatina e la risata nervosa.
Una bella cerimonia al calore del tardo pomeriggio in una chiesetta raccolta.
Il padre di lei che le apre la porta dell’auto, ma nell’agitazione non pensa ad alzare anche il sedile per farla scendere.

E la festa la sera.
Gli amici che dedicano alla coppia l’inno del Genoa e loro che lo cantano a squarciagola. OcchiScuri che fa arrivare due torte a forma di cuori, uno rosso e uno blu, con una candela a forma di 30 perché Fatina si è sposata, ma ha compiuto anche trentanni.
Lei che cammina leggera a bordo piscina, finalmente libera dalle scarpe con tacco che, come nella migliore tradizione, a fine serata ti fanno un male atroce. Loro che tagliano una torta enorme in cui le statuine mimano la scena della sposa che prende per la cravatta lo sposo. Il lancio del bouquet, che ovviamente non sono riuscita a prendere, e lo strip tease della giarrettiera.
I bambini che giocano a nascondino in questo posto incantevole di fronte al mare, tra risate spontanee di gente felice.
Io con la melanconia di vedere ciò che ho sempre sognato e forse non potrò mai realizzare.

SURREALE...MA BELLO

Mi piacerebbe poter dire di essere una persona che ama il cinema d’autore, sa cogliere le abilità dei registi impegnati e apprezza le storie non convenzionali.
Bè, non è proprio così.
Amo le commedie, e i film romantici. Quelli sdolcinati e improbabili, in cui Lui e Lei alla fine sono felicissimi e innamorati, quasi sempre molto ricchi, in case che sembrano uscite dalle riviste. Ecco, lo ammetto. Uno dei miei film preferiti è Notting Hill. Lei un’attrice famosissima, Lui il proprietario di un negozio che vive a Notting Hill (mica al Lagaccio a Genova, per intenderci). Ovviamente si innamorano, ovviamente rimangono insieme.
Una delle scene che più mi fanno ridere è il momento in cui l’affascinate Hugh Grant, inebetito di fonte ad una splendida Julia Roberts, definisce il loro incontro surreale…ma bello.

Non mi viene in mente nessun altro modo per definire il giorno del mio 31esimo compleanno.

Surreale…ma bello.

Quelle mattine in cui tutto sembra girare per il verso sbagliato.
Una litigata furiosa con il mio non fidanzato, io che esco sbattendo la porta per andare a comprarmi il giornale.
E la telefonata di Nonna per farmi gli auguri.

Ciao bea come ti stà?

Bene nonnina, grazie!

Eora, eora...dime. Quanti anni xei?

Eh nonna, son 31 quest’anno!

………..
………..

Nonna?

Ah si, scusime… gero che pensavo… 31?
Eh...però...
No’ ti si sposada, no’ te gà na fameja e un fio...ma cossa ti gà fato ne’ a tò vita?


Cazzo.

Dopo aver fatto pace con non fidanzato, il Trenino di casella (www.ferroviagenovacasella.it)
mi ha proiettata in un’atra dimensione.
Un vecchio vagone mi ha condotta nell’entroterra immediatamente a ridosso di Genova, passando attraverso il verde di valli che non credevo così lussureggianti, tra curve strettissime e brevi gallerie…
Un ambiente che non credi sia possibile trovare così vicino perché ti sembra più simile alla svizzera, e profumi e odori che in città non cogli ormai più.
Ho mangiato panini in un bellissimo prato a Casella, ho letto il giornale e sono stata allietata dai festeggiamenti per i 77 anni di vita di questa minuscola linea ferroviaria. Hostess vestite come negli anni 30 lungo l’unico binario presente, mentre una banda di signori in camicia bianca, pantaloni blu e bretelle rosse suonavano musiche sempre dello stesso periodo.

Il programma della serata, una cena con non fidanzato, si è rivelato solo una scusa. Complice Millebolle e la sua meravigliosa casa, il non fidanzato mi ha organizzato una festa a sorpresa.
Tra risate, regali di compleanno e cose buonissime da mangiare ho trascorso una serata indimenticabile.

La serata del mio 31esimo compleanno.

Grazie, grazie a tutti.

01 settembre, 2006

CONNESSIONI

In realtà questo post doveva parlare delle mie vacanze.
Ma quando ho provato a scrivere la mia mente ha iniziato a fare le bizze (io ogni tanto sconnessa, lo ammetto!).

Così mi sono ritrovata a pensare a tutto altro. Tipo che 17.oo devo andare ad un matrimonio.
Alle 17 di un venerdì.
Uhm… tutti quelli a cui l’ho detto mihanno risposto In effetti adesso va di moda…
Va di moda?? Sposarsi di venerdì?? Dio come sono antica….
Antica?In effetti domenica è il mio compleanno.
Ho pensato anche questo. Non ho chiamato gli amici, non ho organizzato feste. Segno dei tempi che cambiano o più semplicemente di un bilancio di amicizie?
Sfortunatamente, la seconda.
Le persone a cui tengo veramente sono poche, e per lo più lontane. E il tema della lontananza mi ha ricordato che è il 1 settembre e tra 10 giorni la mia QuasiNipotina andrà in prima media. Mica più tanto piccola, eh!
Quest’estate i suoi nonni l’hanno dotata di cellulare. Non l’avessero mai fatto!! È un’esperta nella scrittura di sms cifrati.
Mi scrive delle cose che, solo per decifrarle, mi ci vuole un decodificatore della Nasa. Sono riuscita a comprendere cose tipo tv1kdb, oppure cs ne pnx? Ma su rx mi son bloccata, lo ammetto.
Rx? Per me significa solo radiografia!!!

Ciao QuasiNipotina, come stai??

Bene grazie, hai letto il mio messaggio?

Si tesoro. Ti chiamavo giusto per questo. Sai ho capito la questione del tuo amico che vuole baciare la tua amica ma lei invece preferisce l’altro.

Eh già, e io sono nel mezzo!

Ma sai la QuasiZia ti voleva chiedere…cosa significa rx? Perché non l’ho mica capito..

Ah quello?? Vuol dire rispondi!!!, sai è per essere sicura che la persone che legge capisca che deve rispondere.

Si, la QuasiZia è proprio antica.

Giusto per coniugare una neccessità (non apparire uno spaventapasseri al matrimonio ) ed evitare questo pensiero ricorrente dell’essere antica sono andare dalla paruucchiera. Niente pausa pranzo. Un’ora dopo e 35 € di meno in portafoglio mi hanno dotato di capelli più lisci e più lunghi quasi di 10 cm. Che magie sanno fare le parrucchiere..