28 febbraio, 2010

TI SCRIVO PERCHE'


Perché è stata una bella giornata, trascorsa in posti magici, condivisa con persone speciali e piena di risate. Ma poi basta una sciocchezza. Fermarmi in coda al semaforo e vedere nell’auto di fronte a me una testa pelata e una felpa rossa e mi rendo conto che continuo a cercarti attorno a me.

"Per tutta la vita
Andare avanti
Cercare i tuoi occhi negli occhi degli altri
Far finta di niente
Far finta che oggi sia un giorno normale..."


Però in giornate così mi costringo a chiudere gli occhi e fare qualche respiro profondo pensando che sono passate le ore in cui non credevo di riuscire a respirare più, sono finiti i giorni in cui confondevo la luce con le tenebre e non osavo addormentarmi per paura di sognarti, e son trascorsi anche i mesi in cui non riuscivo ad entrare in un supermercato senza scoppiare a piangere, e mangiare e cucinare erano cose che non mi appartenevano più.
Sono passati, si, e sto cercando di andare avanti.

"...Un anno che passa
Un anno in salita
Che senso di vuoto
Che brutta ferita
Delusa da te, da me, da quello che non ti ho dato mai..."


Ti scrivo perché penso che ci sia ancora tanto di non detto tra di noi. E i tuoi sms, quando l’altro giorno hai lasciato nella portineria del mio ufficio quelle foto a cui tanto tengo, quegli sms in cui mi chiedevi “scusa ancora per il ritardo” mi hanno infastidita.
E anche se ho alzato al massimo il volume della mia canzone dell’allegria, anche se ho festeggiato a pranzo con un bicchiere di bollicine, anche se ho parlato ininterrottamente come non facevo da tempo, non sono riuscita a nascondermi l’eco di quel fastidio che avevo dentro di me.
Perché?
Ho pensato istintivamente c’è ben altro di cui ti devi scusare, ma quella era la rabbia non il fastidio. Quello lo capisco solo ora, è per aver sentito la tua paura di vedermi, di incontrarmi. Lo so che c’è, oh se lo so. Forse lo so più io di quanto te ne renda conto tu.
Vedo indistintamente il tuo tentativo di relegare la mia esistenza e questi nostri 5 anni in un angolo della tua mente, chiuso a chiave, dove pensi che non faccia male.
Bè, fa male a me.

"...Tu non arrabbiarti ma io non ti perdono,
delusa da te, da me, da quello che non mi hai dato mai..."


Fa male rendermi conto che io non riesco a metterti lì, nell’angolo anestetizzato del mio cervello, per non pensarti. Ma a dirla tutta, preferisco così, e non mi cambierei con te, che hai scelto la strada di un’altra storia, un’altra vita, altre amicizie, altri posti.
Hai mentito a me, certo, un’infinità.
Ma ancor prima a te stesso.
Non si cambia la propria vita come fosse un vestito. E pensare che mi ritenevo fortunata quando stavo con te, perché non nominavi mai la tua ex moglie, e nominavi pochissimo la tua ex convivente.
Che stupida.
Come se non parlare di qualcosa o qualcuno significasse averla superata, compresa, accettata. Ma tu non l’avevi fatto, questo è il problema, le avevi solo relegate in altri pezzettini della tua mente, come stai facendo ora con me. Per questo la tua intransigenza, per questo il tuo non prendere nemmeno in considerazione di costruire qualcosa con me, per questo il tuo essere granitico, la dipendenza dalla tua famiglia, l’attaccamento alla casa, perfino alla tua via. A nulla eri disposto a rinunciare per me. Perché lo avevi già fatto per le altre, e non volevi ferirti più.

"...Le solite scuse
Le solite storie
Bugie
Speranze
A volte l’amore
Mi guardo allo specchio mi trovo diversa, mi trovo migliore..."



Per questo sono contenta di non riuscire a fare lo stesso, di non far finta di niente e chiederti scusa per il ritardo delle foto, piuttosto che delle cose importanti che ci sono state.

Io sono diversa.

Son diversa da te, e anche da quella che ero sei mesi fa, e non solo perché mi trucco d’azzurro e ora ho i capelli neri.
Son diversa perché ti ho amato così tanto da voler cambiare per te, con tutte le mie forze. Perché piuttosto che arrabbiarmi con te ho guardato per mesi solo i miei errori, le mie preoccupazioni, il mio non venirti incontro. Ti ho scritto un quaderno interno di mea culpa.

Ma ora che qualche volta riesco ad allontanarmi dalla quella parte di me, quella che soffriva incondizionatamente e vedeva solo le cose che non ti avevo saputo dare mi chiedo, dov’eri tu?

Dov’era il tuo starmi accanto nelle cose importanti per me? dov’era il cerca di capire il mio senso di insicurezza nell’essere la terza donna della tua vita? Dopo tua moglie, la convivente con cui avevi costruito la casa in cui vivevamo. La terza, maledizione, non è un ruolo facile.
Dov’era la tua onestà nel parlarmi francamente di quello che ti mancava? Dov’è stato il tuo amore nell’affrontare i momenti difficili con me piuttosto che iniziare a flirtare con lei?

"...Ferita da me, da te, da quello che non c’è stato mai..."


Ti scrivo perché voglio chiederti scusa, per quello che non ho saputo essere.
E per chiedere scusa a me stessa, per non essere stata in grado di vedere al di là, e fare il giusto cammino con l’uomo che amavo.

Ma vorrei tanto lo facessi anche tu.

Perché ho ancora nelle orecchie l’eco delle tue accuse, l’elenco di tutte le cose che secondo te mi potevi offrire e che io non apprezzavo.
Allora guarda ti ringrazio per la casa, per le vacanze, per la tua voglia di lavorare, per il camper, per tua madre che ci faceva i polpettoni e stirava le camice.
Grazie, di cuore.

Ma ora per piacere tu chiedimi scusa per non avermi dato le cose che io desideravo, che per me erano importanti: un uomo con cui confrontarmi, con cui crescere e con cui creare una nuova famiglia.

Te lo scrivo qui, anche se nel mio blog non vieni più perché fa parte del tuo programma lontano dagli occhi, lontano dal cuore, perché anche se sono cambiata e oggi farei le cose diversamente pecco ancora d’orgoglio.

Ti scrivo perché sono le due di notte, e a volte le cose si vedono chiaramente proprio nei momenti più strani.
.

4 commenti:

Cla ha detto...

ciao, scusa l'intromissione, ti sento molto vicina, un po' per le esperienze vissute, per il modo in cui le vivi e le metti nero su bianco, forse anche perchè viviamo nella stessa città mi sento molto affine a te....e dall'esterno ti dico che non è giusto cambiare per nessuno e nemmeno chiedere di cambiare a qualcuno (chi nasce rotondo non muore quadrato che grande verità)...io come te mi do un sacco di colpe dovute forse a una bassa autostima invece è da un po' che ho deciso di amarmi, perchè io a parte i tanti tanti amici, il mio amore peloso e tutto quello che di bello ho nella vita (e non sempre riesco a rendermene conto) io alla fine ho me stessa. E tu chiudi in un cassetto tutte queste emozioni perchè un lui così non ti meritava proprio, non ti conosco e non posso giudicare ma una donna che come te ha questa profondità di sentimenti non va cestinata quindi LUI non ti merita. Punto. Un abbraccio

Verde ha detto...

Cara Cla, grazie del commento. Sai qndo parlavo di "cambiare" nn intendevo diventare diversi ma imparare ad ascoltare di più,e a chiedere, anche, di più..
Però le emozioni, ecco, io nn le voglio chiudere da nessuna parte. Le voglio vivere, perchè solo così potrò essere migliore per il mio nuovo futuro amore. Baci!

Anonimo ha detto...

Standing ovation. PUNTO.

La ragazza che non aveva i capelli neri e non si truccava di azzurro ne ha fatta di strada.

Un abbraccio fortissimo!

Emy

Anonimo ha detto...

Ciao non passo da tempo ma voglio dirlo: "gran pezzo di m... il non-conv". Un giorno sarai ben felice di averlo perso.

Baci Igra