08 ottobre, 2006

PERDERE

Ho provato a lavorare un pò, ma sinceramente con scarsi risultati.
Ogni tanto guardo fuori dalla finestra di questo ufficio e ogni volta il cielo è un pò più buio.
Ho perso ore di sole in cui avrei potuto camminare, ridere, guardare.
Ho perso di più.
Ma non posso vivere senza un progetto. L'ho ammesso con me stessa, finalmente. E con il non fidanzato.
Peccato che non abbia ascoltato.


Labile, Ivano Fossati, Macramè (1996)
Scivolo come le nuvole di notte
e sto contento
amore che t'avevo caricato
nel mio sangue
non ti ci vedo, non ti ci sento
passo sul ciglio del mondo
disattento
dal lato occidentale delle cose
m'incanto, mi disincanto
scivolo come le acque delle regioni
senza vento
quanto amore andò sprecato
amando - disanimando
ti ricorderai di me?
ti ricorderai?
Labile
Comprendo appena la ragione stessa
del mio canto
e cerco un confessore ideale, sì
un'alleanza, un controcanto
inseguo qualcosa che migliori
profondamente
la Storia è inabitabile
è labile
e il suo tempo non vale niente
mi dicono che Dio esiste
ma si accontenta
di camere doppie con la vista siderale
mentre qui da noi
piove sempre
si ricorderà di me?
si ricorderà
Labile.
Meno che umano
sto fra le gambe del mondo
lubrificato - facile
con la faccia di terra
e di gesso
maledetto tirassegno futile
accoltellato alle radici
gonfio di canto come una tromba
suonata da un dio
senza note di passaggio
solo un vortice tardo - barbarico.
Ho sognato una vita
di stagioni sicure
ero il padre e la madre
di azioni del caso e dell'orgoglio.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ho un progetto che non mi serve più.
Se vuoi te lo regalo

Verde ha detto...

Grazie del pensiero.Sono sicura che i contenuti sono bellissimi, ma i destinatari non coincidono.

Anonimo ha detto...

e vabbè ma se fai la difficile
;-)

Verde ha detto...

sabato sera avevo portato il libro che mi hai prestato secoli fa e che mi dimentico sempre di restituirti!