28 febbraio, 2010

TI SCRIVO PERCHE'


Perché è stata una bella giornata, trascorsa in posti magici, condivisa con persone speciali e piena di risate. Ma poi basta una sciocchezza. Fermarmi in coda al semaforo e vedere nell’auto di fronte a me una testa pelata e una felpa rossa e mi rendo conto che continuo a cercarti attorno a me.

"Per tutta la vita
Andare avanti
Cercare i tuoi occhi negli occhi degli altri
Far finta di niente
Far finta che oggi sia un giorno normale..."


Però in giornate così mi costringo a chiudere gli occhi e fare qualche respiro profondo pensando che sono passate le ore in cui non credevo di riuscire a respirare più, sono finiti i giorni in cui confondevo la luce con le tenebre e non osavo addormentarmi per paura di sognarti, e son trascorsi anche i mesi in cui non riuscivo ad entrare in un supermercato senza scoppiare a piangere, e mangiare e cucinare erano cose che non mi appartenevano più.
Sono passati, si, e sto cercando di andare avanti.

"...Un anno che passa
Un anno in salita
Che senso di vuoto
Che brutta ferita
Delusa da te, da me, da quello che non ti ho dato mai..."


Ti scrivo perché penso che ci sia ancora tanto di non detto tra di noi. E i tuoi sms, quando l’altro giorno hai lasciato nella portineria del mio ufficio quelle foto a cui tanto tengo, quegli sms in cui mi chiedevi “scusa ancora per il ritardo” mi hanno infastidita.
E anche se ho alzato al massimo il volume della mia canzone dell’allegria, anche se ho festeggiato a pranzo con un bicchiere di bollicine, anche se ho parlato ininterrottamente come non facevo da tempo, non sono riuscita a nascondermi l’eco di quel fastidio che avevo dentro di me.
Perché?
Ho pensato istintivamente c’è ben altro di cui ti devi scusare, ma quella era la rabbia non il fastidio. Quello lo capisco solo ora, è per aver sentito la tua paura di vedermi, di incontrarmi. Lo so che c’è, oh se lo so. Forse lo so più io di quanto te ne renda conto tu.
Vedo indistintamente il tuo tentativo di relegare la mia esistenza e questi nostri 5 anni in un angolo della tua mente, chiuso a chiave, dove pensi che non faccia male.
Bè, fa male a me.

"...Tu non arrabbiarti ma io non ti perdono,
delusa da te, da me, da quello che non mi hai dato mai..."


Fa male rendermi conto che io non riesco a metterti lì, nell’angolo anestetizzato del mio cervello, per non pensarti. Ma a dirla tutta, preferisco così, e non mi cambierei con te, che hai scelto la strada di un’altra storia, un’altra vita, altre amicizie, altri posti.
Hai mentito a me, certo, un’infinità.
Ma ancor prima a te stesso.
Non si cambia la propria vita come fosse un vestito. E pensare che mi ritenevo fortunata quando stavo con te, perché non nominavi mai la tua ex moglie, e nominavi pochissimo la tua ex convivente.
Che stupida.
Come se non parlare di qualcosa o qualcuno significasse averla superata, compresa, accettata. Ma tu non l’avevi fatto, questo è il problema, le avevi solo relegate in altri pezzettini della tua mente, come stai facendo ora con me. Per questo la tua intransigenza, per questo il tuo non prendere nemmeno in considerazione di costruire qualcosa con me, per questo il tuo essere granitico, la dipendenza dalla tua famiglia, l’attaccamento alla casa, perfino alla tua via. A nulla eri disposto a rinunciare per me. Perché lo avevi già fatto per le altre, e non volevi ferirti più.

"...Le solite scuse
Le solite storie
Bugie
Speranze
A volte l’amore
Mi guardo allo specchio mi trovo diversa, mi trovo migliore..."



Per questo sono contenta di non riuscire a fare lo stesso, di non far finta di niente e chiederti scusa per il ritardo delle foto, piuttosto che delle cose importanti che ci sono state.

Io sono diversa.

Son diversa da te, e anche da quella che ero sei mesi fa, e non solo perché mi trucco d’azzurro e ora ho i capelli neri.
Son diversa perché ti ho amato così tanto da voler cambiare per te, con tutte le mie forze. Perché piuttosto che arrabbiarmi con te ho guardato per mesi solo i miei errori, le mie preoccupazioni, il mio non venirti incontro. Ti ho scritto un quaderno interno di mea culpa.

Ma ora che qualche volta riesco ad allontanarmi dalla quella parte di me, quella che soffriva incondizionatamente e vedeva solo le cose che non ti avevo saputo dare mi chiedo, dov’eri tu?

Dov’era il tuo starmi accanto nelle cose importanti per me? dov’era il cerca di capire il mio senso di insicurezza nell’essere la terza donna della tua vita? Dopo tua moglie, la convivente con cui avevi costruito la casa in cui vivevamo. La terza, maledizione, non è un ruolo facile.
Dov’era la tua onestà nel parlarmi francamente di quello che ti mancava? Dov’è stato il tuo amore nell’affrontare i momenti difficili con me piuttosto che iniziare a flirtare con lei?

"...Ferita da me, da te, da quello che non c’è stato mai..."


Ti scrivo perché voglio chiederti scusa, per quello che non ho saputo essere.
E per chiedere scusa a me stessa, per non essere stata in grado di vedere al di là, e fare il giusto cammino con l’uomo che amavo.

Ma vorrei tanto lo facessi anche tu.

Perché ho ancora nelle orecchie l’eco delle tue accuse, l’elenco di tutte le cose che secondo te mi potevi offrire e che io non apprezzavo.
Allora guarda ti ringrazio per la casa, per le vacanze, per la tua voglia di lavorare, per il camper, per tua madre che ci faceva i polpettoni e stirava le camice.
Grazie, di cuore.

Ma ora per piacere tu chiedimi scusa per non avermi dato le cose che io desideravo, che per me erano importanti: un uomo con cui confrontarmi, con cui crescere e con cui creare una nuova famiglia.

Te lo scrivo qui, anche se nel mio blog non vieni più perché fa parte del tuo programma lontano dagli occhi, lontano dal cuore, perché anche se sono cambiata e oggi farei le cose diversamente pecco ancora d’orgoglio.

Ti scrivo perché sono le due di notte, e a volte le cose si vedono chiaramente proprio nei momenti più strani.
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22 febbraio, 2010

ERA OGGI O IERI SERA?

"Che fai stasera?"

"Non ho nessun programma in particolare…"

"Perfetto, ti va di unirti a me e Mukka per andare al cine a vedere Il figlio più piccolo? Magari beviamo una cosa al Don Cola prima..."

Insomma, venerdì sera.
Doveva essere una serata tranquilla che ponesse fine a quella piovosa giornata e spazzasse via definitivamente le inquietudine degli ultimi giorni.
Invece è stato l'inizio di un week end decisamente alcolico.

Ma andiamo per ordine.

Vince ci guarda mentre Io, MrsJones e Mukka ci sediamo al bancone del bar -“ Stasera che vi do?”

"Io prendo quell’Altavilla!"

"No, io provo quell’altro rosso invece"

"E tu?" - mi chiede.

"Io? bè… io prendo un Blush che l’altra sera mi è piaciuto tanto" - dico tutto d’un fiato mentre realizzo che voglio qualcosa di forte per togliermi dalla testa quella telefonata, a cui penso e ripenso continuamente.

Però forte, quel Blush, non era proprio.
E a dirla tutta, nemmeno i tre seguenti, ve lo giuro.
Continuavo ad essere pericolosamente lucida, nonostante io anelassi assolutamente al contrario.

Certo, ad un certo punto mi son trovata ad annotare in un pezzo di carta l'elenco delle caratteristiche che dovrebbe avere il mio uomo ideale (e son cose che arrivata a 34 anni pensavo avrei smesso di fare da un pezzo) e a chiedere spiegazioni a MrsJones sui soprannomi a dir il vero poco eleganti ma molto calzanti affibbiati alle avventrici del locale -"Ma abbiamo detto che la bionda è pompino e invece la mora è soffocone o è il contrario??".

Ma queste son cose che combinuo abitualmente eh, mica c'ho bisogna di essere alticcia.
Purtroppo.

Del resto ho scoperto che un avvocato allegro può raccontare aneddoti interessanti sui propri trascorsi -“Che ti vieto espressamente di diffondere sul tuo blog se non vuoi beccarti una denuncia” – mi intimidisce MrsJones e che avere l’Iphone è fondamentale per trovare le programmazioni dei film mano a mano che il tempo passa e la combriccola anzichè levar le tende per andare al cinema scivola sempre più in un bagordo alcolico.

Nel frattempo ci raggiungono Millebolle e DolceERiflessivo: “Ragazzi, qui mi sembra che s’abbia un po’ perso il filo della situazione” – esclamano dopo un rapido sguardo al numero di bicchieri che abbiamo davanti quando entrano al Don Cola.

"Vabbè, facciamo che per assorbire un po’ meglio l’alcol proviamo ad assaggiare una di quelle briochine al pistacchio che mi fan tanto gola? - ho proposto senza minimamente badare alle calorie già ingurgitate in quella serata.

“Si, ma io ne vorrei anche una alla mandorla – se ne esce Mukka – tanto la si divide in 5, no?”.

"Okkei però la prossima la scelgo io – si fa avanti a qul punto MrsJones – perché quella alla nocciola secondo me è divina”.

Poi è stata la fine.

Vince era ormai lanciato e ci ha praticamente fatto assaggiare tutti i cocktail che preparava per chinunque entrasse nel locale.

C'è stato quello ai frutti di bosco, quello alla menta, quello con la panna... e qualcos'altro che non ricordo.

E' stata la serata in cui devavamo andare al cinema, sì.

Ma io mi sono divertita molto di più così.

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A TUTTI VOI, GIOIA INFINITA

E' la mia canzone dell'allegria.
Quella che mi metto a cantare a squarciagola quando sono in casa e ho bisogno di tirami un pò su.
Che riesce sempre a strapparmi un sorriso.

Proviamo a iniziare così questo lunedì, canticchiandola in ufficio.
Secondo me funziona.
Voglio che funzioni.


"Proverò a riemergere
dalle nebbie mie lisergiche
oh madonna che ora era
era oggi o ieri sera? "

19 febbraio, 2010

INDISCIPLINATA

Non riesco a star seduta alla scrivania oggi.
Non c'è verso.
Mi alzo, saltello e sbuffo. Canticchio malamente, tamburello con le dita sulla scrivania e guardo continuamente fuori dalla finestra.

Eppure non ho bevuto troppi caffè. Solo uno dopo pranzo. Le tre tazze da mezzo litro di tea non contano vero?
Eppure ho soddisfatto la mia golosità. Due chiacchiere di cui una completamente ricoperta di cioccolato fondente non hanno cointridicazioni vero? Cioè, a parte quelle estremanete OVVIE sulla mia linea già poco linea ma molto più tendente alla forma cilindrica.
Eppure c'è un timidissimo raggio di sole che illumina uno spicchietto di cielo azzurro, ed essendo notariamente metereopatica questo dovrebbe influire positivamente sul mio umore.

Ma non c'è verso.

Deve essere stato il vino di ieri ecco, che mi ha dato alla testa e non l'ho proprio smaltito benissimo, che diciamolo: non c'ho più l'età.
Magari non mi ha aiutato l'essermi addormentata sul divano mentre leggevo, ieri sera, dopo una pizza al gorgonzola e una birra in compagnia. Oppure è il diluvio universale che ha accompagnato il mio risveglio, stamane, e che faceva urlare a tutto il mio essere Rimani a casa oggi!! che vai al lavoro a fare????

No eh? non ci credete?

Fate male.

Queste sono tutte ragioni che mi spingono ad essere estremamente insofferente oggi.

Almeno, sono le ragioni pratiche. Quelle emotive le intuisco, ma non ho molta voglia di affrontarle.

Mi perdonate?

18 febbraio, 2010

SHIH HO: IL MORSO CHE SPEZZA

Leggo il mio Ching di oggi:

"In questa fase il giusto modo per affrontare la situazione è quello di intervenire in maniera decisa. Non è più il momento di eludere il problema o di evitarlo. Per riequilibrare il tutto occorre ristabilire la giustizia, utilizza ogni mezzo lecito a tua disposizione: la perseveranza ti premierà."

Direi che è deciso.
Oggi si telefona.


Addendum
Telefonato ho telefonato. Ora non mi resta che ubriacarmi
.
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17 febbraio, 2010

CONCIDENZE DI MARTEDI' GRASSO

La Clerici è al secondo vestito rosso e francamente il primo mi piaceva molto di più. Questo con ‘sto taglio appena sotto il ginocchio fa retrò e la fa più nana, ma siccome non sono io la stylist di San Remo me ne sto, ecco.

Si lo so, fa strano che sia a casa a guardare il Festival, ma zitti e mosca, che ‘sta sera marca male e io ho tanti bei ricordi legati a questo programma, e insomma che la prima e l’ultima puntata s’hanno da vedere. E non dite che questa cosa non la sapevate di me, perché l’ho detta e ridetta, c’ho le prove!


E così mi metto davanti alla tv con il portatile sotto mano. Direi che è la serata adatta per sistemare le foto. Oh passion, le foto. Ok, parliamone, tanto siam qui tra vecchi amici e sapete che io nel mio blogghino mi sfogo e racconto tutto.
Ho sempre amato le foto.
Cioè, mi piace farne un sacco a tutti i miei amici, alle persone a cui voglio bene, ai posti in cui vado. Da sempre, fin da piccola quando speravo di svegliarmi una mattina e avere un potere magico: quello di chiudere gli occhi e pensare “clic” e automaticamente trovare a casa la fotografia stampata. Insomma io alle foto mi affeziono, anche se detesto farmi fotografare, e le guardo sempre con piacere.

E’ per questo che non avere le foto dei miei ultimi quattro anni e mezzo mi addolora così tanto. Nella NonCasa, al NonConvivente, ho lasciato tutto quello che avevamo comprato assieme, Tutto. Volevo dimostrargli quanto fossi diversa dalla sua ex moglie e non fargli rivivere l’esperienza di custodie di cd vuote o foderi senza dentro gli occhiali.
Io non sono così. Nemmeno quando sono ferita, delusa, amareggiata.
Però alle mie foto, lasciate nel suo portatile, tengo molto. E mi agito così tanto ogni volta che ci penso che capisco quanto profondamente ci siano ancora delle cose non risolte in me, rispetto a questa parte della mia vita. Perché, semplicemente, non chiamo il NonConvivente che finge di non aver letto la mail in cui gli chiedevo per cortesia di farmi avere un cd con le mie foto? Gli ho chiesto così poco…

Si lo so, sto divagando e questo post oggi rischia di sembrare un romanzo ma non è che dovete leggerlo tutto eh.

Una cosa è certa. Questa è la serata ideale per mettere ordine almeno nelle foto che ho, quelle da settembre in poi. Installo il programmino, passo la sim e vedo scorrere veloci gli scatti del mio Compleanno, dell’Eurochocolate, di Venezia, di Londra …

Ma te guarda le coincidenze.

Le foto del mio compleanno. Io ero rossa e piangevo scartando i regali. Lì in fondo al tavolo c’è anche lui, Ragazzo Arcobaleno, che chiacchiera con il Duca e MissVaniglia. Ingrandisco, coreggo, e sposto finchè mi si disegna un sorriso. È un caso che proprio la sera del mio compleanno lui avesse una maglietta gialla con un arcobaleno? Ed è un caso che io ora alzi la testa e l’Antonellina stia intervistando Cassano?

“Il caso? Il caso non esiste” - ripetevi sempre.

Si va beh, ma tanto per avere un’idea, sul 5 che fanno?

“Il fatto è… Il fatto è…”
“Qual è, qual è il fatto?”
“…Oggi devo partire, ma mi chiedevo… se non lo facessi… tu mi lasceresti frequentarti un po’, o molto magari, per vedere se ti piaccio ancora?”
[…]
“Io sono un tizio con un decente equilibrio e con poca disinvoltura in amore… Posso dire di no alla tua gentile richiesta e smetterla qui?”
“..si..benissimo…ma certo io..ma certo.. bè me ne devo andare. È stato bello vederti…”
“La cosa è che con te io passo un grave pericolo… cioè il mio cuore sarebbe messo in pericolo…”
“È un no bello deciso vero?”
[…]
“Bene, bene… ottima decisione… la faccenda della fama non è una cosa reale sai, e non dimenticare che sono anche una semplice ragazza che sta di fronte ad un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla…”
[…]
“Come la trovate, una buona mossa?”
“Ottima decisione si..”
“Mai conosciuta e nemmeno ci tengo”
“Assolutamente mai fidarsi di una vegetariana”
“Così lei ha detto che voleva uscire con te… bè bello…”
“È stata una cosa dolce in effetti, voglio dire so che è un’attrice ed è in grado di recitare una battuta mah… sono tutto suonato... Ho preso la decisione sbagliata!.”


Oh io non l’ho mai nascosto che Notting Hill sia uno dei miei film preferiti. E questa, nella fattispecie, la mia scena preferita.

Perché certe cose succedono solo nei film?
Perché al superenalotto vincono sempre gli altri?
Perché non sono un guru della finanza?

Ok spengo tutto, sarà stato un caso che io abbia messo sul 5 proprio durante questa scena.


Verde, il caso… il caso non esiste.

(Ma certe cose succedono solo nei film.)

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16 febbraio, 2010

DUE FACCE DI UN WEEK END

La parte razionale, organizzata e decisionista di me l’aveva studiata meticolosamente: “Questo sabato s’ha da pulire, rassettare, ordinare e lucidare casa. Insomma saran pure 50 mq di mobili non miei e oggetti cari ancora negli scatoloni, ma suvvia, pure loro hanno diritto ad una dignità! “- mi ripetevo convinta venerdì sera…

Per questo ho iniziato il sabato di gran carriera con lavatrici e aspirapolvere, piegatura di tutti gli indumenti sparsi per casa e innaffiatura di piantine sbiadite-mezze congelate a causa del poco mite inverno.

Diciamocela tutta.
Son durata poco.

“Ma io, in casa, che ci stò a fare oggi?” – mi son detta.

Son partita alla volta del centro per due chiacchiere con LaRosina, anche se poi son finita a leggere i libri di TopoTip a quei 3 anni di bimbo che si ritrova, sempre più monello e vivace, che ti compra solo con un sorriso e che a dormire non pensava minimamente. Io del resto me la goduta a fare le voci e imitare le espressioni di quel topolino bizzarro di cui leggevo le storie, che ammettiamolo un po’ bimba lo sono anche io.

Ho raggiunto poi Bollicina, sfidando i 5 piani di scale necessari a raggiungere casa sua, per incontrare finalmente la sua più cara amica e compagna di mille avventure: SorrisoDolce. Un po’ mi sembrava di conoscerla già attraverso gli allegri racconti di Bollicina. Lei, infatti, era come me l’aspettavo, dolcissima e simpatica, pacata e ridanciana. Insieme abbiamo bevuto un bicchiere di vino, ridendo e scherzando sulla giornata appena trascorsa, in un’atmosfera rilassata e divertente che si crea magicamente quando ti trovi a tua agio tra belle persone.

Infine ho inforcato la vespetta e senza perdermi (che non ci sarebbe stato nulla da stupirsi visto il senso dell’orientamento di un criceto con cui mi ritrovo) sono arrivata a CasaMukka. Una pizza sapientemente preparata da Mukka e una prelibata crostata alla marmellata d’arancia cucinata da MrsJones sono stati i protagonisti di una serata di risate e pensieri sparsi.

Poi domenica, ecco sì, domenica...
Domenica son stata tutto il giorno chiusa in casa a leggere e a guardare a ripetizione Harry Potter cercando di combattere con la crostata di MrsJones le lacrime che mi attanagliavano la gola, ma che importa!

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10 febbraio, 2010

ATTUALMENTE

Ho mal di gola, di quelli forti forti che solo deglutendo senti come delle spine conficcate. E ho la testa pesante, come se avesse all'interno un macigno di tonellate.

Credo di poter dire che non sono propriamente in forma, ecco.

Però ieri sera a vedere Io, Loro e Lara con Bollicina mi sono fatta delle sane risate.
Ho anche mangiato una quantità improponibile di M&M's e un Mars intero, ma che c'entra.
Vale tutto quando si vuole arginare la malinconia e la nostalgia, vero?
Vero???

(In questo momento siete assolutamente pregati di mentire, perchè il mio già deprecabile stato fisico-emotivo ad una vostra risposta negativa potrebbe avere dei crolli devastanti!).

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08 febbraio, 2010

NONNALUCY

Cara Nonnina,
hai le stesse gote rosa che ti avevo visto a Natale, anche se un pò più magre, ed una nuvola di capelli bianchi. Zia ti ha aiutata a vestirti e così quando arrivo ti trovo con una vivace maglietta colorata e sorridi, perchè ti sei messa anche una collana.
Ti abbraccio e stringo quel tanto che mi sembra giusto per non fare male alle tue fragili ossa, ma allo stesso tempo per farti sentire quanto ti vorrei coccolare.

Ma poi PapàVerdino ti saluta e ti chiede - "Allora, mamma, l'hai riconosciuta? hai capito chi è? - e io lo guardo come fosse un marziano.
Ma papy sei scemo? - sto quasi per chiedergli - NonnaLucy ci vede benissimo, lo sa chi sono! ma qualcosa mi impedisce di parlare e come in un film al rallentatore ti vedo piegare un pochino quella nuvola di capelli bianchi e mantenere lo sguardo su di me.

"La conosco, so che la conosco... ma el nome non me vien" - gli rispondi sempre sorridendo, in piedi di fronte a me.

Non so spiegarti cos'ho sentito in quel momento. Un grande vuoto, un nodo in gola, le ginocchia che tremavano e le mani gelarsi. Forse tutto questo, o forse semplicemente il battito accellerato del mio cuore in un silenzio che nella mia testa sembrava quasi irreale.

"Nonna hai ragione a non ricordarti "- cerco di giustificarti - "è tanto che non mi vedi..." ma dentro di me sto urlando e piangendo e una sola domanda mi ripeto ossessivamente Nonna, dove sei andata?

Poi PapàVerdino ti suggerisce e tu sorridi e dici - "Oh, 'a Eleonora... madonna varda, 'a Eleonora! ogni tanto me domando de ti."

Quando siamo arrivati stavi guardando le tue vecchie fotografie in bianco e nero, e così mi siedo accanto a te e insieme rovistiamo in quella grande scatola che contiene tanti tuoi ricordi. Le foto dei tuo fratelli, dei matrimoni di famiglia, di tanti momenti felici.
Mi mostri orgogliosa una foto scattata una sessantina di anni fa, nella piazza di Mirano. Di quelle foto in bianco e nero, piccole, con il bordo bianco. Quando ti chiedo chi c'è in questa foto mi sorridi e mi indichi -"questa xe me sorea Maria, e altre do no so."
Le altre due siete tu, e tua figlia.

Lo so che il tempo passa, e che son tanto fortunata perchè nella mia vita ho conosciuto tutti i miei nonni e ora che di anni ne ho 34, tu e NonnaIna ci siete ancora.
So che ho dei bei ricordi su di te e NonnoGino, che ho studiato all'ombra del tuo giardino e mangiato l'uva fragola della vigna che tu e il nonno mi avevate regalato.
So che nessuno può scegliere il proprio destino e che bisogna saper accettare quello che arriva.

Ma, cara nonnina, io vorrei tanto sperare che, da qualunque parte la tua mente sia andata, magari un giorno potesse tornare.

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05 febbraio, 2010

JUST A WEEK

Febbraio è iniziato con un Lunedì, e senza che io facessi coniglietto coniglietto con RagazzoArcobaleno come avevamo fatto a dicembre. Che poi lo so, detta così sembra una cosa porno ma non lo è affatto. Consiste nello scendere dal letto e fare tre giri in senso orario ripetendo, per l’appunto - Coniglietto Coniglietto - il primo giorno del mese. Dovrebbe portare fortuna, stando a quanto dice la mia collega Bollicina, anche se proprio tanto certa non sono, visto appunto com’è andato il mio dicembre.

Ma tant’è.

Martedì è stato un giorno strano. Era la Madonna Candelora, e MammaVerdina me l’ha teneramente ricordato con un sms: Madonna Candelora da l’inverno semo fora ma se piove o tira vento da l’inverno semo dentro. A Genova c’era il sole, ma la giornata era decisamente gelida.
Come il mio animo.
La sensazione di essere una corda di violino si è rivelata esatta la sera, durante sera l’usuale seduta di shiatsu con Shen. Ho pianto per l’inquietudine, la rabbia, la frustrazione. Ho pensato a cosa voglio e a cosa non voglio. E a come fatico a capirmi. Ed era solo martedì.

Poi c’è stato Mercoledì, 3 febbraio.
Un mondo di incroci e significati per me. QuasiNipotina ha compiuto 15 anni, ed era anche il 5 anniversario del mio primo incontro con NonConvivente. Solo che NonConvivente non c’è più, e non ha un gran senso che io continui a ricordare questa data. Così mi son vestita di verde, ho preso la vespetta e sono arrivata in centro con un bel po’ di anticipo. Sono entrata in un bar accogliente, ho ordinato un caffè e ho letto il giornale. La giornata, iniziata così, non sembrava nemmeno male. Ho guardato il sole luminoso, ho pensato che non vedevo l’ora di chiamare QuasiNipotina per farle una marea di auguri e sentire la sua voce squillante e ho pure giocato al superenalotto. A pranzo io e RiccioliD’Oro abbiamo pranzato in un posto accogliente ed esorcizzato la giornata con un bicchiere di vino rosso che mi ha scaldato l’animo, oltre che lo stomaco.
La sera, poi, ho preso un aperitivo con Millebolle cercando di sorridere di cose di cui non è facile trovare il lato comico. E sono stramazzata a letto, cercando nell’abbraccio di Morfeo l’oblio del pensiero, almeno per un po’.

Ho guardato il giovedì uggioso con sospetto, pensando che Diamine! era una giornata molto più adatta ad una metà novembre piuttosto che ad un 4 febbraio. E a dirla tutta, cavoli, ma siamo solo al 4 febbraio??

Questo mese mi sembra iniziato da una vita…

E oggi che è Venerdì, io lavorerò solo mezza giornata.
Poi, sotto questa pioggia battente, con il mio vestito verdino che spero mi porti fortuna andrò in stazione e tornerò a casa per il week end.
Andrò ad abracciare NonnaVerdina, che si sta affievolendo sempre più, come una magnifica candela.
Andrò a mangiare una pizza con QuasiNipotina, per farmi raccontare come va questo viaggio che ha intrapreso nelle scuole superiori.
Andrò a guardare il campanle di Salzano, come ho fatto a Natale e tante altre volte quando vivevo lì.

Andrò, perchè so che è l'unico modo con cui poi tornerò.