Già non ho un ottimo rapporto con il primo giorno settimanale. Se poi questo fetente si presenta grigio, carico di pioggia e di cose antipatiche da fare, come lavorare tanto per dirne una, non va mica bene.
Insomma, non si poteva passare direttamente a martedì???? Io sono stanca, che ho avuto un fine settimana impegnativo, fisicamente e mentalmente.
Fisicamente sono partita elle 7 di sabato mattina diretta verso casetta, in quel di Salzano city alzandomi praticamente alle 5.30. Ovviamente ho perso la coincidenza a Milano e questo ha aggiunto un ulteriore oretta al mio viaggetto in treno, così tanto per gradire.
Ho messo piede in cucina (senza passar dal via perchè avevo una fame che nemmeno vi potete immaginare) quasi alle 14.00. Solamente 24 ore dopo stavo risalendo con mamma e papà in auto per andare a Mestre, riprendere il treno e arrivare a Genova, domenica alle 20.00.
Questa toccata e fuga non mi ha dato molto tempo per riposare anche se per una volta ho letteralmente adorato il lungo viaggio in treno che ho interamente dedicato alla lettura. Durante il week end a Pistoia mi ero infatti comprata Hyperversum di C. Randal, un romanzo storico che mi ha letteralmente rapita e dalla cui lettura non mi sono staccata per tutto il tempo.
Mentalmente, bè, se è possibile sono ancora più stanca. Come sempre è stato bello stare con mamma e papà e ancora meglio è stato festeggiare il compleanno di Nonna Ina (e quest’anno sono 82!!). Però ancora una volta mi sono accorta di quanto sono fragile, di quanto mi manchino i miei familiari e gli ambienti, i luoghi, i profumi a cui sono affezionata fin da piccola.
Durante il pranzo di compleanno ZioGigi ha portato in cucina un vecchissimo registratore, di quelli con i nastri avvolti a bobina, che era stato regalato da mio nonno a ZioLucio. Mentre guardavo allibita il suo arcaico funzionamento, le bobine giravano diffondendo nella stanza voci registrate a casa dei miei nonni quasi 30 anni fa.
Distinguibilissima la tenera voce di NonnoValin.
E per un attimo, in quella cucina, mi è sembrato di averlo proprio lì come quando ero piccola.
Mi manchi, nonninno.
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