08 febbraio, 2010

NONNALUCY

Cara Nonnina,
hai le stesse gote rosa che ti avevo visto a Natale, anche se un pò più magre, ed una nuvola di capelli bianchi. Zia ti ha aiutata a vestirti e così quando arrivo ti trovo con una vivace maglietta colorata e sorridi, perchè ti sei messa anche una collana.
Ti abbraccio e stringo quel tanto che mi sembra giusto per non fare male alle tue fragili ossa, ma allo stesso tempo per farti sentire quanto ti vorrei coccolare.

Ma poi PapàVerdino ti saluta e ti chiede - "Allora, mamma, l'hai riconosciuta? hai capito chi è? - e io lo guardo come fosse un marziano.
Ma papy sei scemo? - sto quasi per chiedergli - NonnaLucy ci vede benissimo, lo sa chi sono! ma qualcosa mi impedisce di parlare e come in un film al rallentatore ti vedo piegare un pochino quella nuvola di capelli bianchi e mantenere lo sguardo su di me.

"La conosco, so che la conosco... ma el nome non me vien" - gli rispondi sempre sorridendo, in piedi di fronte a me.

Non so spiegarti cos'ho sentito in quel momento. Un grande vuoto, un nodo in gola, le ginocchia che tremavano e le mani gelarsi. Forse tutto questo, o forse semplicemente il battito accellerato del mio cuore in un silenzio che nella mia testa sembrava quasi irreale.

"Nonna hai ragione a non ricordarti "- cerco di giustificarti - "è tanto che non mi vedi..." ma dentro di me sto urlando e piangendo e una sola domanda mi ripeto ossessivamente Nonna, dove sei andata?

Poi PapàVerdino ti suggerisce e tu sorridi e dici - "Oh, 'a Eleonora... madonna varda, 'a Eleonora! ogni tanto me domando de ti."

Quando siamo arrivati stavi guardando le tue vecchie fotografie in bianco e nero, e così mi siedo accanto a te e insieme rovistiamo in quella grande scatola che contiene tanti tuoi ricordi. Le foto dei tuo fratelli, dei matrimoni di famiglia, di tanti momenti felici.
Mi mostri orgogliosa una foto scattata una sessantina di anni fa, nella piazza di Mirano. Di quelle foto in bianco e nero, piccole, con il bordo bianco. Quando ti chiedo chi c'è in questa foto mi sorridi e mi indichi -"questa xe me sorea Maria, e altre do no so."
Le altre due siete tu, e tua figlia.

Lo so che il tempo passa, e che son tanto fortunata perchè nella mia vita ho conosciuto tutti i miei nonni e ora che di anni ne ho 34, tu e NonnaIna ci siete ancora.
So che ho dei bei ricordi su di te e NonnoGino, che ho studiato all'ombra del tuo giardino e mangiato l'uva fragola della vigna che tu e il nonno mi avevate regalato.
So che nessuno può scegliere il proprio destino e che bisogna saper accettare quello che arriva.

Ma, cara nonnina, io vorrei tanto sperare che, da qualunque parte la tua mente sia andata, magari un giorno potesse tornare.

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5 commenti:

mrsjones ha detto...

Quando le grandi mani che hanno tenuto le nostre per attraversare la strada, improvvisamente, non sono più capaci della stretta che ci dava sicurezza, sembra che tutto perda senso. Ora occorre accettare che siamo noi quelli chiamati ad essere guida e conforto. E' un dolore grande, una prova difficilissima ma poi basta chiudere gli occhi un attimo, sentire ancora il profumo dell'uva fragola e, magicamente, le forze di cui abbiamo bisogno arrivano.

tytania ha detto...

e poi un giorno magari saremo noi a non sapere più dove siamo andati.

MyP ha detto...

Il legame con la propria nonna è l'emzione più dolce del mondo.
Ti abbraccio forte.

Anonimo ha detto...

Vuoi proprio farmi piangere...
Un abbraccio forte a te e alla tua nonna.
Emy

Monzia ha detto...

Verdina... questo post mi ha toccato tantissimo. Non so neanche cosa dirti...
Un abbraccione!