Il pomeriggio prima l’avevo trascorso indossando e togliendo tutte le mise che mi ero portata da casa, chiedendo imperterrita ai GenitoriVerdini se per l’occasione fosse meglio il pantalone con la camicia, o se potevo scegliere la gonna con la maglia divertente, se la scarpa era più elegante del sabot o se il mocassino si intonasse di più alla borsa.
Alla fine l’ho chiesto pure a lei, la QuasiNipotina di cui avrei fatto la madrina il giorno dopo.
“Tesoro, cosa dici… preferisci che mi metta i pantaloni o la gonna?”
Lei, dall’alto dei suoi 13 anni, mi ha guardata come si fa quando ti senti fare le domanda più ovvia del mondo ed è stata chiarissima “mettiti quello con cui ti senti meglio.”
Quando , il giorno dopo, l’affettuosa e vivacissima sorella minore di QuasiNipotina mi è corsa in contro sulla porta e ha sgranato gli occhioni “È la prima volta che ti vedo con la gonna!! “ ho pensato che, forse, avrei fatto meglio ad accettare il suggerimento di QuasiNipotina.
Da quel momento, tutto è iniziato a scorrere velocemente,l’ingranaggio si è messo in moto e, come se accompagnare quella ragazzina a fare la Cresima fosse la cosa più normale del mondo, mi son travata a camminare con lei verso il sagrato della Chiesa già pieno di fanciulli, padrini e madrine che tra chiacchiere gioiose, saluti e strette di mano aspettavano il momento per entrare.
Sorridevo guardando la mia QuasiNipotina correre verso i suoi amici e mostrare orgogliosa le Converse lilla che tanto aveva desiderato, la ascoltavo mentre sciorinava i nomi dei suoi compagni di classe e mi raccontava le storie famigliari di ognuno “Quello lì ha come padrino il fratello che ha 9 anni più di lui, la ragazza bionda in fondo alla fila, invece, è nata in Irlanda e la sua madrina è inglese, e lui, quello con gli occhiali, ha come madrina la zia…”
È stato quando abbiamo iniziato a camminare in fila, Cresimanda davanti e madrina dietro, che mi son davvero resa conto che stava per accadere, sarei entrata in quella Chiesa, avrei seguito con lei tutta la messa e le avrei promesso davanti a tutti di prendermi cura di lei se ne avesse avuto bisogno.
Per avere me accanto in quel momento lei aveva avuto il coraggio di sfidare nonni e zio, che le avevano detto chiaro e tondo che se io fossi stata la sua madrina loro non avrebbero preso parte alla Cresima.
Così, mentre un po’ mi tremavano le gambe entrando in Chiesa al pensiero che forse qualcuno, lì in mezzo, mi stava guardando con disprezzo, ho pensato alla sua tenacia e al suo entusiasmo, e ho sentito nascere un sorriso, quello che mi ha accompagnato per tutta la giornata.
Ti voglio bene QuasiNipotina, tanto quanto tu non immagini nemmeno.