07 maggio, 2007

GIORNATA ROMANA - resoconto

Uscire dall’albergo verso le otto e mezza e camminare per le strade di Roma sotto un cielo grigio perla fa effetto eh, eccome.
Un po’ perché camminavo tranquillamente senza fretta, ma buttando un occhio a tutti i nomi delle vie perché comunque non ero nella mia città e un po’ di timore di ritrovarmi lontana dal posto in cui dovevo andare c’era.
Un po’ perché passare da Trinità dei monti e farsi la scalinata di Spagna mentre i giardinieri del comune rimuovono le azalee mi faceva sentire in una dimensione strana, quasi vacanziera.
E un po’ anche perché passeggiare in Via Condotti con tutti i negozi ancora chiusi e i netturbini che portavano via le pile di scatole e scatoloni riversi per strada mi dava quel senso di città ancora dormiente che me la rendeva ancor più romantica.

D’un tratto è iniziata la frenesia. Piazza San Lorenzo in Lucina, la mia firma assieme a quella di altre centinaia, l’ingresso nella sala. Le guardie di Napolitano, lui che attraversa tra gli applausi la sala con la moglie, che si siede accanto. La sfilata political-chic: Prodi, Pollastrini, Turco, Meandri.
E io seduta a pensare che il mio lavoro mi piace, che lo so far meglio di molta della gente che è lì ma che ha capito, meglio di me, che cosa fa girare tante cose: politica.

Eh.

Le risate arrivano con il pranzo e con Acer. Si, proprio lui, quello che altissimo, con la chioma bionda fluente arriva accerchiato da ragazzine urlanti (come sto andando Acer eh? Eh? Son brava??) .
:-)
Parlare con Acer è stato spontaneo e immediato. Di blog, di persone, di feste tradizionali e di libri. Del suo incontro con Lord e del NonConvivente, di quanto è simpatica la Giusy e della Vale, che non conoscevo. E ancora della Festa di Sant’Agata e di quella dei Ceri, delle mie vacanze appena trascorse e del viaggio dei suoi.
Insomma, proprio una bella persona che mi ha fatto piacere conoscere.

Il viaggio di ritorno, fatto di tante ore di treno, di stanchezza accumulata, di una ragazza napoletana che avrebbe aperto la confezione di babà che portava agli amici per offrirmene uno è finito nell'abbraccio con il NonConvivente che mi aspettava in stazione, tra le feste di Cesare che non mi vedeva da una settimana.

A casa, finalmente.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

...eh...mmm...cioè...insomma...mi hai fatto arrossire...ecco...forse non era il caso di dire proprio tutto tutto...le ragazzine urlanti te le potevi risparmiare :-)))

Seriamente: grazie!
Condivido e sottoscrivo ogni singola parola - hai reso perfettamente lo spirito del nostro incontro.

Io farò un gruppo di studio stasera per cavarne fuori un post decente (ma non serio!)

Verde ha detto...

suvvia, non fare il modesto :-P hihihihihih

un gruppo di studio?? ahaha
chissà che ne viene fuori :-) io curiosaaaaa

Anonimo ha detto...

Sono a casa, ma sono troppo stanco per essere vero.
Ho sciolto il gruppo di studio in una porzioncella di lasagna avanzata da ieri (te l'avevo detto che era il compleanno del papi?) e l'ho rimandato a domani.
Ho un'ideuzza creativa, ma devo svilupparla a mente fresca.

...ma per ragazzine urlanti non intenderai mica le rom che volevano scipparmi?
Ma lo sai che poi l'altro giorno ho lasciato l'ombrello in ufficio?

Anonimo ha detto...

eeeemmm eeeee ahahah...okkio a non far ingelosire troppo il nonconvivente...
il mio dopo uno stupido post, non ha letto il mio blog per un mese...si era troppo arrabbiato...

ma che lavoro fai?
un abbraccio

Verde ha detto...

il compleanno del papy mi mancava, però vergogna! capitolare SOLO per una lasagna...(mi è venuta una fame ora, micidiale!!!)
arghhhhhhh
se ti sei scordato l'ombrello vuol dire almeno che non pioveva :-)

Anonimo ha detto...

No...ho capitolato per la stanchezza da palestra, la lasagna è servita solo a stemperarla

Anonimo ha detto...

sorry Ele, l'anonimo ero io...scappato il ditino..baci