Nonostante la frenetica giornata di ieri, con ufficio al gran completo e pranzo rimediato all’ultimo, in orario ormai prossimo a causare lo svenimento di Verdina in preda a stomaco vuoto (che m’ero svegliata alle 6 e al pranzo ci sono arrivata alle due passate) sono riuscita a portare avanti la mia to do list.
La mattina presto ho visto Cinci, l’amica tra le prime persone che ho conosciuto appena trasferita a Genova e che per strani casi della vita si è trasferita da poco a Trieste. Al tavolino del bar in cui abbiamo preso il caffè, le ho raccontato del lavoro e di qualche aneddoto divertente, cercando di allontanare dalla sua mente almeno per qualche istante il motivo di questa visita lampo a Genova: la firma che avrebbe sancito definitivamente la fine del suo passato matrimonio.
Strano era che, al pensiero, forse la più agitata tra le due ero io. E mica me lo so spiegare. Ma son rimasta con una sensazione di “sconforto” tutto il giorno, una cosa latente che ogni tanto spuntava nella mia mente. Tant’è.
Il vero momento di cedimento l’ho avuto quando, ormai prossima all’uscita dal lavoro, ho appreso che oggi avrei avuto di nuovo ufficio al gran completo all day. Ecco, lì ho proprio pensato che no, due giorni di seguito non potevo reggerli.
Scartata l’ipotesi del darmi malata (che venerdì sera parto per la Corsica e non sarebbe credibile), rimpianto la peculiarità dei camaleonti del prendere il colore del habitat in cui si trovato (che io proprio non ho una “dimensione” invisibile”), mi sono prenotata una massaggio rilassante alle 19.00 e non c’ho pensato (quasi) più.
La sera però lo ammetto, arrivata alla voce “ Ore 20.00 piscina” ho dato forfait.
Il velocissimo passaggio dal supermercato sotto l’ufficio, e l’arrivo a casa alle 1940 mi hanno definitivamente convinta che non potevo fare di più. Ero a pezzi.
Però quando una giornata è all’insegna dei pensieri “profondi” non si scappa. E così mi son trovata a pensare ai blog di mamme che spesso leggo, agli incastri e giochi di precisissima organizzazione da cui dipendono le loro giornate. E la domanda che si faceva largo nella mia mente era "Ma se avessi un bimbo, a casa, come farei a fare tutto?"
Vi prego, ditemi che da qualche parte lo insegnano.
6 commenti:
Ciao sono da poco approdata al tuo blog che sto leggendo molto volentieri. E nel post di oggi ritrovo esattamente la domanda che mi sono posta io...e la risposta e' che veramente non saprei davvero come fare...
Da umile papà molto presente nella gestione della sua Puzzettina posso dirti che un compagno (http://paluca.splinder.com/post/20574010)valido e assiduo nella gestione della prole aiuta molto.
E poi quando c'è un nuovo tesoro nella nostra vita se ogni tanto non si riesce a fare "qualcosa" di tutto il resto... ma chissenefregaaaaa!!!
Ciao PANDORO, benvenuta :-)mi fa piacere che ti trovi bene nel mio blogghino passa quando vuoi. Io la risposta nn l'ho ancora trovata. anche xchè spero tanto di arrivare ad avere un pò d incoscenza un giorno, e riuscire a nn pensare ai timori ma solo alle cose belle di avere un bimbo :-)
PALUCA, ben arrivato anche a te. Concordo sul chissenefrega :-)))
ma certo che da qualche parte lo insegnano, vorrai mica togliermi questa speranza?!?!?!?! :)
Ah, guarda, non ne ho idea (di come si faccia a far incastrare tutto, intendo), ma in una maniera o nell'altra, alla fine si combina. Meglio non farsi queste domande qui, però, che altrimenti viene la tremarella... ;)
molto intiresno, grazie
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